Dimorare in Cristo
07 gennaio 2021
Un giorno una parola – commento a Giovanni 15, 7
Io sono tuo, salvami
Salmo 119, 94
Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto
Giovanni 15, 7
In questo periodo, afflitto dalla pandemia del Covid-19, abbiamo vissuto isolamento, solitudine, cambiamento di abitudini, sofferenza per la disumanità, impostaci per protezione, nel lasciare morire in solitudine i nostri cari, gravi difficoltà economiche. Abbiamo anche capito quanto siano importanti, sotto l’aspetto umano, certi piccoli gesti: stringersi la mano, abbracciarsi per un saluto fraterno, vedere il sorriso dipingersi sul volto di una persona cara. Ebbene, all’inizio del nuovo anno sono in molti a chiedersi cosa ci aspetterà, quali saranno le preoccupazioni avvenire, su chi e che cosa potremo fare affidamento. Ma ecco che la promessa del Signore ci rassicura. Se noi credenti continuiamo a dimorare in Cristo o se Cristo continua ad albergare nei nostri cuori non possono esserci altre strade per riceverne forza e coraggio necessari a superare le difficoltà della vita. In condizione di peccato, di disperazione per fallimento economico dovuto alla chiusura dell’esercizio commerciale e/o di profonda sofferenza per un lutto in famiglia, è importante restare profondamente legati a Cristo. Perché solo dimorando in Cristo, mettendosi, cioè, in perfetta sintonia col Signore possiamo raggiungere degli obiettivi, anche insperati sotto un’ottica umana, con la preghiera. Un modo singolare di mettersi in rete con Dio, non col cellulare, ma con il dialogo diretto. Dialogo che può spaziare dalla richiesta di perdono a quella di coraggio nella ripresa dell’attività, di forza e rassegnazione nella perdita di un proprio caro al ringraziamento, alla lode o benedizione, ecc. In altre parole, se le nostre preghiere collimeranno con la sua volontà saranno senz’altro esaudite. Non c’è in questi casi la possibilità che la preghiera resti inesaudita, perché è il Signore stesso che lo garantisce anche con altre parole: «Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò» (Gv. 14, 14) qui, in Giovanni, e negli altri Vangeli. L’importante è che non si facciano richieste assurde, che siano, cioè, del tutto lontane dalla logica di Cristo. Solo così, condividendo con Cristo le nostre scelte e decisioni, possiamo ricevere benedizioni e favori per noi, la famiglia e la società.