L’appello alla gioia
03 novembre 2020
Un giorno una parola – commento a Isaia 66, 10
Gioite con Gerusalemme ed esultate a motivo di lei, voi tutti che l’amate! Rallegratevi grandemente con lei, voi tutti che siete in lutto per essa
Isaia 66, 10
Sopraggiunta in quella stessa ora, anche Anna lodava Dio e parlava del bambino a tutti quelli che aspettavano la redenzione di Gerusalemme
Luca 2, 38
Il fatto che risuona con forza un appello alla gioia mostra che c’è bisogno di fare una scelta. Perché spesso siamo sì preoccupati, sì tristi, sì arrabbiati, sì angosciati. La vita è imperfetta e noi siamo imperfetti, una realtà contro cui sbattiamo la testa ogni giorno. La Scrittura ci dà ogni possibilità di confrontarci con la nostra vulnerabilità. Ma proprio questa nostra vulnerabilità è lo spazio in cui l’appello alla gioia può diventare significativo, in modo tale che non ci chiudiamo nelle nostre difficoltà e miseria. Soprattutto in questo periodo in cui il virus colpisce senza diminuire.
Gioite! Un appello, un invito difficile quando la vita è segnata da mille difficoltà, di cui il virus è solo una: malattia, solitudine, depressione, problemi finanziari, insicurezza, etc. Suona scoraggiante e senza pietà dire “rallegratevi”?
Dipende dalla prospettiva in cui viviamo. Non guardare la vecchia Gerusalemme, ma guarda alla nuova Gerusalemme. La visione della nuova Gerusalemme è radicata nella Gerusalemme biblica. La promessa del futuro è radicata nelle promesse del passato che si sono realizzate. Interroghiamoci sulla nostra visione del futuro, facciamoci ispirare dalle parole bibliche, in modo che questa ispirazione possa essere determinante per la nostra vita.