Commissione assistenza anziani, Diaconia valdese: «Tema anziani merita attenzione di tutt’altro genere»
25 settembre 2020
Il Ministero della Salute nomina monsignor Vincenzo Paglia alla guida del nuovo ente, un «pensatoio di idee». Proteste dei laici. Il commento del segretario esecutivo della Diaconia valdese Gianluca Barbanotti
Gli anziani, le Rsa (Residenze sanitarie assistenziali), la sanità. Chi se ne occuperà, dopo l’emergenza Covid e tutto quello che ne è seguito?
La neonata commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana, istituita con apposito decreto dal Ministro della Salute Roberto Speranza. La notizia è arrivata lunedì 21 settembre, con un comunicato pubblicato sul sito del dicastero: sarà presieduta da monsignore Vincenzo Paglia, gran cancelliere del Pontificio Istituto Teologico per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia.
Due giorni fa, il 23 settembre, la Commissione sinodale della Diaconia valdese – ente, quest’ultimo, che gestisce diverse strutture per anziani in Piemonte – ha espresso alcune considerazioni.
Per Gianluca Barbanotti, Segretario Esecutivo della Diaconia Valdese, la decisione del ministero «lascia abbastanza interdetti. In primo luogo per la scelta comunicativa insolita: nessuno addetto ai lavori, nel settore, era stato informato prima della volontà di istituire questa commissione. Inoltre mancano le regioni, gli enti locali, il terzo settore, il volontariato, il sindacato, la cooperazione: il mondo di chi si occupa delle persone anziane in tutte le sue componenti. Il tema degli anziani merita un’attenzione di tutt’altro genere, di efficace e reale coinvolgimento di tutte le parti interessate. Non si può immaginare che se ne possa discutere solo a livello sanitario».
«Non è tempo di ideologie – si legge inoltre nella nota diffusa ieri dalla Diaconia – ma è tempo di mettere insieme le competenze tecniche maturate nel nostro Paese nel settore e confrontarle con le migliori esperienze estere dando il giusto spazio alle evidenze scientifiche».
Paglia non sarà solo. Faranno parte della commissione anche la scrittrice e poetessa Edith Bruck, Maite Carpio, regista e giornalista, Giampiero Dalla Zuanna, Ordinario di Demografia presso l’Università di Trento, Nerina Dirindin, docente di Economia Pubblica e Politica Sanitaria dell’Università di Torino, la scrittrice Simonetta Agnello Hornby, Alessandro Pajno, giurista, già Presidente del Consiglio di Stato.
Il nuovo organismo, come riportato dall’agenzia Sir, si riunirà per la prima volta lunedì prossimo, 28 settembre, e sarà composto da personalità del mondo scientifico e sociale fra cui Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, Leonardo Palombi, ordinario di Epidemiologia dell’Università di Tor Vergata, Paolo Vineis, ordinario di Epidemiologia social all'Imperial College di Londra e Mario Barbagallo, presidente della International Association of Gerontology and Geriatrics-European Region. Sempre al Sir Paglia ha dichiarato: «La maturità di una società si vede da come tiene a casa i propri anziani anche quando si indeboliscono. È un obiettivo sia cristiano (quarto comandamento ‘onora il padre e la madre’) sia profondamente umano. È una società che non scarta i più deboli ma si impegna a tenerli accanto. È crudele quella società che per un verso allunga gli anni di vita e per l’altro li condanna alla solitudine».
La nomina del rappresentante del mondo cattolico alla guida del nuovo ente ha suscitato non poche reazioni. Il filosofo Paolo Flores D’Arcais l’ha definita “un obbrobrio”. Ieri è anche arrivata la risposta della sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa a una interrogazione in Commissione Affari sociali alla Camera, prima firmataria la deputata 5stelle Rosa Menga.
Il nuovo organismo, si legge nella risposta scritta pubblicata ieri, 23 settembre, va considerato «come un pensatoio in grado di offrire idee, spunti e riflessioni su cui poi opererà il Ministero della salute».
Il compito della commissione «è proprio quello di ripensare l’assistenza degli anziani nel quadro tuttavia di una riflessione più ampia, finalizzata a salvaguardare la dignità di queste persone ed il valore di questo tempo di vita che l’emergenza Covid ha messo in discussione, generando anche un rilevante dibattito politico e filosofico sul valore della vita quando le persone sono più vulnerabili perché anziane o ammalate».
Quanto alla scelta dei componenti, il ministero guidato dall’esponente di Leu, non si sarebbe ispirato «solo al dato della competenza tecnica nel campo dell’assistenza medica ma ha inteso abbracciare anche altri rilevanti campi del sapere e delle scienze umane, quali la filosofia, il diritto e la letteratura, proprio per assicurare una migliore comprensione della particolare condizione di vita delle persone anziane nelle variegate implicazioni di carattere umano ed esistenziale oltre che medico ed assistenziale. Al contempo si è inteso assicurare la presenza di sensibilità diverse, di tipo umano, culturale, religioso e professionale, proprio al fine di promuovere una riflessione a tutto tondo sulla delicata tematica».
Monsignor Paglia, continua la risposta «da sempre infatti si è distinto per l’attenzione rivolta alle categorie fragili e, in particolare, agli anziani. Giova ricordare il suo impegno costante presso la Comunità di Sant’Egidio, che promuove da molti anni il programma «Viva gli Anziani !», un servizio di assistenza innovativo, volto a contrastare il fenomeno dell’isolamento sociale, attraverso modelli diversi rispetto agli strumenti ordinari, quali, ad esempio, i servizi residenziali».
Rassicurazioni che probabilmente non basteranno a chi solleva dubbi sulla scelta non propriamente laica da parte del ministero.
Lunedì 21, poco dopo l’annuncio di Speranza, il segretario dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar), Roberto Grendene, ha detto: «Non è trascorso neanche un giorno dal 150° anniversario del XX Settembre, ed ecco che il ministro della Salute affida la guida della commissione per l’assistenza sanitaria degli anziani a un arcivescovo. Anziché a una sanità pubblica e laica, Speranza sembra guardare a una sanità privata e religiosa: non c’è che dire, è l’ennesima conferma che la laicità in questo paese è andata a farsi benedire».
Da Nev.it