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Nasce il Comitato Torino per Moria e lancia un appello. Tra i promotori anche il Circolo Articolo 21 Piemonte

«I governi nazionali e dell’Unione Europea hanno e devono  assumersi la responsabilità di questo trattamento inumano»

«13mila migranti – uomini, donne, bambini, anziani, malati e almeno 35 persone positive al Covid-19 – sono rimaste senza nulla, costrette a dormire in strada, nei parcheggi del supermercato, nel cimitero, senza acqua né cibo e senza la necessaria assistenza medica. Chiediamo che i rifugiati siano messi in salvo e accolti nei paesi dell’Unione europea; che in queste ore decisive sia dato libero accesso all’isola, e a quello che rimane dei campi, alle associazioni umanitarie; che si fermino le violenze contro i migranti da parte delle bande neofasciste, invitando la Polizia greca a impegnarsi nella tutela delle persone più esposte, quotidianamente vittime di gruppi paramilitari».

Questo, in sintesi, è l’Appello lanciato dal neonato Comitato Torino per Moria. Un appello rivolto a coloro che lo vorranno firmare, da condividere con le associazioni che decideranno di aderire. Una chiamata rivolta soprattutto alle istituzioni, alla politica e all’Europa. Un appello accorato e che muove i suoi passi sui sentimenti, quelli della ragionevolezza, della giustizia e dell’umanità.

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L’Appello

«Ogni individuo ha il diritto di cercare e godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni». Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, Articolo 14 (1)

Nell’isola greca di Lesbo, nella notte tra l’8 e il 9 settembre, l’hot spot di Moria (il più grande campo profughi d’Europa) è stato distrutto da un gravissimo incendio.

13mila migranti – uomini, donne, bambini, anziani, malati e almeno 35 persone risultate positive al Covid-19 – sono rimaste senza nulla, costrette a dormire in strada, nei parcheggi del supermercato o addirittura nel cimitero, senza acqua e cibo a sufficienza e senza la necessaria assistenza medica. Il Centro temporaneo di Moria, originariamente costruito per poco più di 3mila persone, è arrivato nel 2020 ad ospitarne anche 20mila, in condizioni igienico-sanitarie drammatiche e indegne di un paese civile.

Ogni giorno, a Moria, si sono verificate violazioni dei diritti umani e persone già vulnerabili sono state esposte quotidianamente al rischio di violenze e maltrattamenti. Durante la pandemia di Covid-19 migliaia di persone sono state costrette a dormire in tenda, in ripari di fortuna se non addirittura all’aperto, con presidi sanitari del tutto insufficienti, costrette a fare ore di coda per un piatto di cibo, senza la possibilità di mantenere le distanze e proteggersi dal virus.

I governi nazionali e dell’Unione Europea hanno e devono  assumersi la responsabilità di questo trattamento inumano. Tuttavia, nessuno si è mosso con la dovuta e necessaria tempestività, nonostante vi siano stati ripetuti richiami  e allarmi lanciati da Associazioni umanitarie, quali ad esempio Medici Senza Frontiere.

La situazione ad oggi è  drasticamente peggiorata. La zona intorno all’ex campo di Moria è stata militarizzata e gli operatori umanitari non riescono ad avere accesso agli accampamenti di fortuna dei migranti per portare loro soccorso e generi di prima necessità; lo stesso accade per i giornalisti ai quali è di fatto impedito di documentare la situazione. Un nuovo campo è in via di costruzione (completamente recintato, dunque chiuso), in cui i migranti saranno di fatto imprigionati, contro ogni principio di accoglienza e solidarietà internazionale.

Di fronte a questa inaccettabile situazione, chiediamo:

– che i rifugiati siano messi in salvo e accolti nei paesi dell’Unione europea;
– che in queste ore decisive sia dato libero accesso all’isola, e a quello che rimane dei campi, alle associazioni umanitarie;
– che si fermino le violenze contro i migranti da parte delle bande neofasciste, invitando la Polizia greca ad impegnarsi nella tutela delle persone più esposte, quotidianamente vittime di gruppi paramilitari

Il disegno è stato gentilmente concesso dall’autore Mauro Biani (pubblicato su la Repubblica) al Comitato Torino per Moria


Le prime adesioni all’Appello lanciato dal Comitato Torino per Moria sono: ACMOS, Arte Migrante, Carovane Migranti, Centro Studi Sereno Regis, Circolo Articolo 21 Piemonte, CGIL Torino, Comitato Arci Torino, Comitato Pace e Cooperazione Internazionale di Chieri, Comunet – Officine Corsare, Fondazione Benvenuti in Italia, Legal Clinic Italia, Oltre la barriera, Pulmino Verde, Rete Welcomig – Asti, Rete 21 marzo – Mano nella mano contro il razzismo, Partito della Rifondazione Comunista – Torino, San Mauro Restando Umani, SeNonOraQuando?, Ufficio Pastorale Migrantes della Diocesi di Torino, Riforma.it; Radio Bullets; Associazione Amici di Roberto Morrione; ECAD;

Primi firmatari inseriti in ordine di adesione, pervenuta al Circolo Articolo 21 Piemonte:

Federica Tourn, giornalista
Claudio Geymonat, coordinatore di riforma.it
Gian Mario Gillio, portavoce del Circolo Articolo 21 Piemonte
Giuseppe Giulietti, presidente della federazione nazionale della stampa italiana – Fnsi
Elisa Marincola, portavoce di Articolo 21
Stefano Corradino, direttore di Articolo 21
Paolo Borrometi, presidente di Articolo 21
Antonella Napoli, direttivo Articolo 21
Mauro Biani, artista e disegnatore
Tiziana Ciavardini, giornalista e autrice
Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia – Fcei
Nico Piro, corrispondente rai
Nicole Corritore, giornalista
Lorenzo Basso, giornalista
Stefano Tallia, giornalista e consigliere nazionale Fnsi
Loris Mazzetti, giornalista e capostruttura Rai
Vincenzo Vita, presidente di Per il Rinnovamento della sinistra
Riccardo Cristiano, giornalista
Alexian Santino Spinelli, professore e artista
Barbara Schiavulli, giornalista e direttora di Radio Bullets
Giorgio Santelli, giornalista
Vittorio Russo, autore e saggista
Mara Filippi Morrione, portavoce dell’Associazione Amici di Roberto Morrione
Rosa Villecco Calipari, politica italiana
Vittorio Pavoncello, regista, autore e scrittore
Pier Virgilio Dastoli, presidente del consiglio italiano del movimento Europeo
Wilhelmine (Mina) Schett Welby, Co-presidente Associazione Luca Coscioni
Mariangela Gritta Grainer, giornalista; Silvia Rapisarda, pastora battista e Luciano Scalettari, giornalista

Adesioni all’appello pervenute tramite mail inviate al Comitato Torino per Moria:

Anna Maria Venturin, missionaria francescana Foyer Shalom   

Leticia Gutierrez Valderrama,       missionaria Scalabriniana     

Rita Maglietta          

Clementina Mazzucco            

Maria Cristina Giorcelli, full Professor Emerita of American Literature University of Rome Three   

Francesca Koch        

Molli Vecchi      

Mirca Leccese          

Francesca Lisi           

Nino Lisi            

Antonio Nigro, attivista Yourhope4Lesbo 

Marco Buttino         

Silvia Salvagno, attivista refugees Welcome e volontaria in Bosnia e Grecia 

Marta Peradotto,      insegnante scuola primaria, attivista di Carovane Migranti

Patrizia Capaccetti          

Marlene Micheloni        

Cristina Neri

Misa Chiavari          

Cristiana Cella          

Alessandro Isola      

Mario Campli, consigliere del Comitato Economico e Sociale Europeo   

Angela Lostia           

Muna Khorzom, attivista nel campo dei diritti umani  

Patrizia Cupelloni    

Giulia Boggio Marzet            

Anna Renzetti         

Claudia Tamellini           

Elisabetta Barella           

Gabiella Gagliardo         

Daniele Castellino, consigliere comunale gruppo minoranza VIVERE FROSSASCO

Gabriella Grasso      

Nicoletta Napoli,       consulente comunicazione    

Vittorio Sclaverani, Associazione Museo Nazionale del Cinema

Serena Bocchi          

Marilena Fagiano

Altre Associazioni e enti:

Partito della rifondazione comunista To San mauro     

Comitato mani rosse antirazziste       

Associazione ULAIA ArteSud 

Associazione Fornelli in lotta

CUB Torino 

Associazione Parallelo Palestina

Per aderire e firmare scrivere a: [email protected]

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