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Per Unicef e Save the Children è «allarme bambini»

Due recenti Rapporti lanciano l’allarme sul benessere dei bambini in tempo di pandemia nel mondo… e non si salvano neanche i paesi più ricchi

«Il suicidio è una delle cause principali di morte fra i bambini e i ragazzi tra i 15 e i 19 anni». 

Un dato allarmante che emerge dal Rapporto (presentato una settimana fa) dall’Unicef e dedicato al benessere dei bambini

Ricerche che evidenziano quanto la vulnerabilità tra i più giovani sia presente anche nei paesi più ricchi, non solo nelle zone più svantaggiate del mondo – come emerso anche nel Rapporto di Save the Children presentato ieri – e quanto «i Paesi Bassi, la Danimarca e la Norvegia» siano anch’essi colpiti, seppur con risultati decisamente migliori. 

L’Italia nella classifica del «benessere infantile» si trova al 19esimo posto: «19esima su 38 paesi» per quanto riguarda i risultati generali e «34esima su 41 paesi» per quanto riguarda le politiche che generano benessere, afferma l’Unicef Italia. 

Nel Rapporto emerge poi che nella maggior parte dei Paesi ricchi «meno di 4 bambini su 5» si ritengono «soddisfatti della loro vita». 

Circa 1 bambino su 3 è infatti «obeso o sovrappeso». 

Facendo una media, il 40% dei bambini in tutti i paesi dell’Ocse e dell’Ue: «Non possiede competenze di base di lettura e di matematica entro i 15 anni di età». 

Prima dell’esplosione dell’emergenza sanitaria (Covid-19) la povertà tra i bambini nei 41 paesi esaminati era del 20% e oggi sta aumentando esponenzialmente. 

Ieri per l'appunto è stato presentato anche il Rapporto di Save the Children Italia: «Non possiamo permettere che l’epidemia tolga ai bambini e agli adolescenti l’opportunità di crescita e di sviluppo. Dobbiamo agire subito per non privarli del loro futuro. L’educazione rappresenta per i nostri bambini una salvezza, sia per avere opportunità nel presente sia futuro, specie nei contesti più svantaggiati» è stato detto, guardando alla situazione italiana. 

Già prima della pandemia da Covid-19, ricorda il Rapporto «5,3 milioni di bambini nel mondo morivano in un solo anno prima di aver compiuto i 5 anni di età, di cui più della metà per cause facilmente curabili e prevenibili, come malaria, diarrea o polmoniti. E ad essere penalizzati erano soprattutto i bambini delle famiglie più povere, con più del doppio delle probabilità di perdere la vita prima del quinto anno di età, rispetto ai coetanei dei nuclei più benestanti. 

Numeri che con la pandemia e il collasso dei sistemi sanitari, in contesti già di per sé fragili, rischiano di aggravare drasticamente la situazione». 

Quasi 9 famiglie su 10 tra quelle intervistate in Italia (89%), si legge nel Rapporto «incontra ancora molti ostacoli in tema di accesso alle cure mediche e al reperimento di medicinali. Una percentuale che sale al 95% tra le famiglie con bambini con problemi di salute cronici e al 96% tra quelle con minori con disabilità», questi dati sono cresciuti esponenzialmente in occasione della chiusura delle strutture o della sospensione di servizi in tempo di lockdown.

In moltissimi casi, il principale ostacolo all’accesso alle cure è di natura economica: «il 93% delle famiglie che a causa del Covid ha perso più della metà del proprio reddito e non riesce ad accedere ai servizi sanitari, mentre quasi la metà delle famiglie in condizioni economiche disagiate (45%) non ha i soldi per pagare le medicine».

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