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Dio si è avvicinato all’umanità attraverso Cristo

Un giorno una parola – commento a Marco 1, 10-11

In quel giorno, verso la radice d’Isaia, issata come vessillo dei popoli, si volgeranno premurose le nazioni
Isaia 11, 10

Come Gesù usciva dall’acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito scendere su di lui come una colomba. Una voce venne dai cieli: «Tu sei il mio diletto Figlio; in te mi sono compiaciuto»
Marco 1, 10-11

Il bello di queste brevi meditazioni giornaliere è che siamo obbligati a soffermarci su poche parole; e mentre un passo più lungo tende a portarci a una visione d’insieme, il passo brevissimo ci consente di esaminarlo parola per parola e coglierne la valenza più profonda. Ad esempio, ci sono alcune caratteristiche importanti da notare in questi due versetti. 

Gesù va al Giordano come un qualsiasi ebreo credente e devoto: per compiere quell’atto di devozione, di umiltà che era il battesimo per il perdono dei peccati.

Quello che succede mentre esce dall’acqua, è percepito soltanto da lui: “vide” i cieli squarciarsi e lo Spirito scendere su di lui come colomba; è lui solo che ode la voce di Dio che lo proclama suo Figlio amato. Per tutto il resto del vangelo di Marco, la divinità di Gesù rimane nascosta; anzi, tutte le volte che i suoi gesti e le sue azioni ne rivelano la divinità, Gesù ordina di non parlarne. La sua divinità sarà rivelata soltanto alla fine, proclamata sotto la croce dal centurione, un pagano: «Avendolo visto spirare in quel mondo, disse: “Veramente quest’uomo era figlio di Dio!”».

Con Gesù, il divino irrompe nel nostro mondo pieno di indifferenza, di ingiustizie, di malvagità. Attraverso Gesù il Cristo, Dio si avvicina a questo mondo imperfetto. Se leggiamo questi due versetti con molta attenzione, come se fosse la prima volta, allora ci renderemo conto della grandezza che essi ci rivelano: e possiamo provare soltanto stupore per questo Dio che ci ama, e che si è voluto avvicinare a noi esseri umani peccatori e condividere la nostra condizione attraverso il suo diletto Figlio; e provare gioia e gratitudine perché, attraverso la morte e risurrezione del suo Figlio amato, ci vuole portare a sé.

Immagine: Battesimo di Cristo, affresco XIV-XV sec. (Parma).

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