Spuc, una gabbia dorata
11 febbraio 2015
Rubrica «In cammino verso l’unità della chiesa» della trasmissione di Radiouno «Culto evangelico» curata dalla Fcei, andata in onda domenica 8 febbraio
Due domeniche fa si è chiusa la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, un evento che si ripete ogni anno dal 18 al 25 gennaio e che viene celebrato con numerosi incontri ecumenici in tutte le regioni italiane. Per esempio a Torino, la città in cui vivo, la Settimana si è aperta in Duomo con la partecipazione dell’arcivescovo e si è chiusa al tempio valdese; durante la settimana rappresentanti delle diverse chiese – cattolici, protestanti, ortodossi – hanno animato, in diverse sedi, più di venti incontri di preghiera. La partecipazione è stata buona, il clima fraterno. Alla fine, felici e contenti, ci siamo dati appuntamento… all’anno prossimo. E nei prossimi mesi? Oh, certo, qualche piccolo gruppo di aficionados continuerà a incontrarsi qua e là, ma l’ecumenismo ufficiale è riconvocato tra un anno.
È questo il limite più evidente della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: ne abbiamo fatto una «riserva», un «ghetto», non in senso spaziale ma temporale. Per una volta all’anno, diventiamo tutti fratelli e sorelle, riscopriamo la nostra vocazione all’unità. Nel resto dell’anno, fondamentalmente, ogni chiesa continua a farsi i fatti suoi.
Perché accade questo? Forse perché manca, in Italia, un organismo che dia continuità al lavoro comune. Siamo infatti uno dei pochi paesi europei in cui non esiste ancora un «consiglio nazionale delle chiese cristiane», come invece accade, da decenni, nel resto del continente.
A dire il vero, in Italia esistono alcuni consigli locali di chiese cristiane: il primo, quello di Venezia, è stato creato più di vent’anni fa, nel 1993; quello di Milano nel 1998; il consiglio delle chiese cristiane di Parma ha appena celebrato i primi dieci anni di attività: attività che non si limitano alla preghiera, ma includono un impegno comune delle chiese sui grandi temi della società, dall’immigrazione al carcere, alla corruzione, alla salvaguardia dell’ambiente. Ci sono poi alcuni consigli regionali di chiese; ma in tutto non si superano le dieci unità.
È urgente moltiplicare esperienze di questo genere; e credo il tempo sia maturo per creare, anche nel nostro Paese, un consiglio nazionale delle chiese cristiane: è l’unico modo per far uscire l’ecumenismo dalla «gabbia dorata» della sola Settimana di preghiera per l’unità.