Cercare Dio
26 maggio 2020
Un giorno una parola – commento a Salmo 14, 2
Il Signore ha guardato dal cielo i figli degli uomini, per vedere se vi è una persona intelligente, che ricerchi Dio
Salmo 14, 2
Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà
Romani 12, 2
Nel suo instancabile amore per l’umanità, Dio cerca chi lo cerca. L’intelligente, meglio sarebbe tradurre con “colui che pone attenzione a”, colui che valuta, che cerca di comprendere, in senso generale “il prudente”, è l’oggetto su cui si posa lo sguardo di Dio.
Un oggetto che diventa soggetto attivo, perché solo chi ricerca Dio è intelligente. Solo chi cerca Dio impegna la sua vita nel comprendere con prudenza il mistero della propria esistenza nel mistero dell’esistenza di Dio.
L’intelligente è in questo senso l’opposto dello “stolto” di cui parla il salmista, colui cioè che dice in cuor suo: «Non esiste Dio». Stolto è quindi colui che non pone attenzione, che non cerca di comprendere, che non valuta, che senza prudenza afferma di essere in quanto essere, che crede solo in ciò che vede.
Gustave Moreau, pittore francese vissuto nel XIX secolo, scriveva: «Non credo né in ciò che tocco, né in ciò che vedo. Io credo solo in ciò che non vedo e solo in ciò che sento».
“Sentire” diventa, secondo Moureau, la via per credere. E questo è anche il senso del credere cristiano, il credere a Dio che ha parlato e che ci parla, credere alle Sue promesse. In questo senso ricercarlo significa porsi in ascolto della Sua Parola, al punto da “sentirlo” Esistente nella nostra esistenza. Amen!
Immagine: Gustave Moreau, “Les Chimères”, (particolare), 1884; Musée Gustave-Moreau, Parigi