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Non facciamoci spaventare dalle avversità

Un giorno una parola – commento a Marco 1, 30-31

Venga su di me la tua compassione, e vivrò; perché la tua legge è la mia gioia
Salmo 119, 77

La suocera di Simone era a letto con la febbre; ed essi subito gliene parlarono; egli, avvicinatosi, la prese per la mano e la fece alzare; la febbre la lasciò ed ella si mise a servirli
Marco 1, 30-31

Gesù guarisce una donna anziana, una persona fragile, una persona amata dalla sua famiglia. Quando Gesù posa il suo sguardo verso una persona che soffre immagino il suo amore così forte che provoca la sua guarigione immediata. Non può essere che amore potente ciò che Gesù prova per chi guarisce. Un amore che trascende ogni cosa e porta alla guarigione fisica e interiore. Un amore che porta forza e gioia.

Chi si sente amato, porta con sé la gioia di vivere e vede il mondo con occhi diversi. Affronta meglio ogni situazione, perché sa di non essere solo. Un bambino amato, si sente protetto, è allegro e curioso verso il mondo. Un bambino che soffre è chiuso in se stesso e non comunica facilmente con gli altri. 

In questo periodo di quarantena forzata ho visto persone che per la paura di essere contagiate sono state capaci di urlare dietro al vicino che si faceva portare del cibo da asporto, facendo avvicinare così un estraneo al condominio.

Chi vive nella paura, non sa apprezzare neanche la gioia del prossimo, anzi gli dà fastidio vedere che malgrado tutto una persona possa godersi anche con poco la vita. 

Chi vive nella paura non conosce la compassione di Gesù, non conosce la potenza dell’amore e non la prende in considerazione. 

Se riusciamo ad essere fedeli a ciò che abbiamo letto sui testi biblici e a ciò che crediamo, non ci facciamo spaventare dalle avversità, perché sappiamo che c’è un oltre le giornate più dolorose, che c’è sempre la possibilità di un cambiamento e che tutto non può finire nella sofferenza. Gesù è morto sulla croce, ma dopo tre giorni è resuscitato, è ancora in mezzo a noi. Cacciamo la paura e facciamoci contagiare dalla gioia del Risorto. 

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