Il dono dello Spirito che viene da Dio
16 aprile 2020
Un giorno una parola – commento a I Corinzi 2, 12
Guai a quelli che si ritengono saggi e si credono intelligenti!
Isaia 5, 21
Ora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio, per conoscere le cose che Dio ci ha donate
I Corinzi 2, 12
Chiunque porta gli occhiali da vista, la prima volta che li indossa rimane sorpreso: era consapevole di non vederci bene, che i contorni erano sfumati e le cose più piccole indistinguibili; ma nei primi giorni, il mondo sembra improvvisamente nuovo: più nitido, più ricco, più luminoso; con tutte le differenze del caso, qualcosa di simile vale anche per il nostro versetto.
Lo «Spirito che viene da Dio» (I Cor. 2, 12) rende percepibile una realtà altrimenti ignota, totalmente sconosciuta proprio perché aliena al nostro mondo quotidiano, molto materiale, concreto e antropocentrico; e così come un miope, a occhio nudo, non potrebbe mai vedere l’Orsa Maggiore, allo stesso modo una persona mondana con le sue qualità (per quanto importanti e degne di lode), non potrebbe mai cogliere qualcosa della realtà di Dio.
Non si tratta, ovviamente, di poter ammirare una costellazione prima invisibile, della quale si era soltanto sentito parlare; ma di riconoscere, con l’umiltà di Giobbe, che «Il mio orecchio aveva sentito parlare di te ma ora l’occhio mio ti ha visto» (Giob. 42, 5); perché «conoscere le cose che Dio ci ha donate» (I Cor. 2, 12) significa conoscere il Signore stesso.
Nel contesto della Prima lettera ai Corinzi, i doni dell’Eterno annullano i presunti “vanti” dei Corinzi: «sapienza, giustizia, santificazione e redenzione» (I Cor. 1, 30) non sono qualcosa che essi si meritarono, qualcosa che ottennero con i propri sforzi, ma il risultato della grazia di Dio che li “innestò” in Cristo Gesù; perciò, l’apostolo Paolo aveva perfettamente ragione nell’esclamare: «Chi si vanta, si vanti nel Signore» (I Cor. 1, 31); e tutti noi, come il cieco nato, una cosa sappiamo, che eravamo ciechi e ora ci vediamo (Giov. 9, 25); mi sembra un motivo più che valido per vantarsi nel Signore!