In continuo dialogo con Dio
03 febbraio 2015
Un giorno una parola – commento a Matteo 3, 16
Lo Spirito del Signore riposerà su di lui; Spirito di saggezza e d’intelligenza, Spirito di consiglio e di forza, Spirito di conoscenza e di timore del Signore.
(Isaia 11, 2)
Gesù, appena fu battezzato, salì fuori dall’acqua; ed ecco i cieli si aprirono ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui.
(Matteo 3, 16)
Al suo battesimo, Gesù riceve una testimonianza del Padre, rivolta a lui solo. Gesù vede la colomba e ascolta la voce del Padre che gli rivela chi veramente lui sia. Il Padre annuncia il Vangelo al Figlio. Dio predica a se stesso. È fonte di meraviglia scoprire che Dio ha predicato a se stesso, ma questo significa che il Vangelo è così importante che Dio se lo ripete addirittura tra sé e sé! E questa sorpresa ha un effetto anche nella mia vita!
Se il Padre raccontò il Figlio al Figlio stesso, durante il suo battesimo, allora racconterà me al mio battesimo. Il giorno in cui abbiamo accolto Gesù nella nostra vita, il Signore ci ha raccontato chi siamo, mentre ci svelava chi Lui è. E come l’intima connessione del Padre e del Figlio nello Spirito Santo da quel giorno non si interruppe mai, così lo Spirito Santo comunica con ogni credente tutti i giorni, tutti i momenti che decidiamo di passare in dialogo con Lui.
Il Signore ha tutta l’intenzione di spiegare chi siamo a noi stessi, di predicare il suo Vangelo, di rivelare la signoria di Cristo ogni volta che vorremo ascoltare. Se il Padre ha raccontato Cristo a lui stesso, posso stare certo che spiegherà Cristo a me, ogni volta che ce ne sarà bisogno, affinché il Vangelo di Gesù Cristo parli anche un po’ di me, e io, parlando della mia fede, parli anche la lingua del Vangelo.