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Fissare lo sguardo su Gesù

Un giorno una parola – commento a Ebrei 12, 1-2

Io ho sempre posto il Signore davanti agli occhi miei. 
(Salmo 16, 8)

Corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta.
(Ebrei 12, 1-2)

“Non fissare la macchina davanti, altrimenti vai a sbattere”, fu il primo consiglio che mi diede l’istruttore di scuola guida mentre, terrorizzato, cercavo di sopravvivere al traffico. Chi tiene fisso lo sguardo su qualcosa, inevitabilmente tenderà verso quel punto, ma chi focalizza troppo la sua attenzione, rischia di non vedere quello che ha intorno. Da ragazzo ero solito leggere camminando, col rischio di prendere in pieno ogni palo che incontravo. Fosse successo, probabilmente avrei chiesto scusa e continuato dritto.

Chi fissa lo sguardo con miope concentrazione, anche se su Dio, rischia di non vedere il resto. Al contrario, Gesù dà forma e contenuto a tutta la gara che ci è proposta. Egli è la Via in cui corriamo, la Verità che ci fa da traguardo, e la Vita che ci aspetta come premio. In questo modo, fissare lo sguardo su Gesù non significa guardare un solo punto, ma poter spaziare lo sguardo su ogni aspetto della gara: guardare la strada che abbiamo davanti, e non quella tra i nostri piedi, per sapere cosa ci aspetta; fissare lo sguardo sul traguardo, perché ci dia forza e prospettiva e ci ricordi il significato del nostro sforzo; e fissare la nostra attenzione sul premio, non per avidità o vanagloria, ma per tenere a mente lo scopo della gara. E siccome Gesù ci ha ordinato di amarci gli uni le altre, “come io ho amato voi”, senza fissare troppo lo sguardo, possiamo anche guardare e prenderci cura dei nostri compagni di gara, anche loro impegnati nella dura fatica della prova.

Foto di Albertus teolog (Opera propria) [GFDL (http://www.gnu.org/copyleft/fdl.html) o CC BY 3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by/3.0)], attraverso Wikimedia Commons