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Riconoscere Dio per amarlo veramente

Un giorno una parola – commento a Ezechiele 36, 11

Vi farò del bene più che nei vostri primi tempi, e voi conoscerete che Io sono il Signore
Ezechiele 36, 11 

Dio è potente da far abbondare su di voi ogni grazia, affinché, avendo sempre in ogni cosa tutto quel che vi è necessario, abbondiate per ogni opera buona
II Corinzi 9, 8

La promessa rivolta agli esuli è doppia. Da una parte la promessa consiste nel fare del bene un verbo di salvezza che implica il ritorno della benedizione e la cancellazione del tempo del giudizio e della punizione storica, dunque del crescere gli uomini e le donne e il bestiame, in pratica il ritorno della fecondità. Dall’altra parte la promessa che, attraverso la trasformazione della situazione storica di esilio, loro conosceranno di nuovo Dio attraverso l’opera salvifica che compirà in loro favore e che sarà superiore all’azione del primo esodo. Queste due promesse implicano il rinnovamento dell’alleanza, la liberazione dall’Egitto-Babilonia e il ritorno alla terra. Il termine chiave è proprio il verbo conoscerete che Io sono il Signore.

Il profeta indica la strada del rinnovamento del patto, arrivare alla vera conoscenza di Adonai. Non si tratta di avere una conoscenza astratta, filosofica di Dio. Piuttosto, per il verbo che il profeta usa, yadah, dovremmo parlare di riconoscere il Signore per amarlo veramente, sapere chi e come sia Lui per sapere dove lo si possa trovare. Noi impariamo a riconoscere una persona quando imparia­mo i segni che la distinguono da tutte le altre persone che conosciamo. Com’è dunque questo Io sono Dio di cui parla il profeta e che è completamente diverso da tutti gli idoli che noi adoriamo? È assolutamente necessario per noi distinguere i suoi tratti fondamentali per riconoscerlo, per sapere dove trovarlo, per affiancarlo e portare a termine il suo progetto storico di salvezza. Ezechiele ci dice costantemente nel suo libro che Dio è colui che può essere definito in virtù di ciò che fa e di quel che desidera da noiDio è bontà (amore), giustizia (diritto), e rettitudine (lealtà). Queste tre qualità divine sono in contrasto aperto, si oppongono radicalmente, al sistema di valori falsi che noi, esseri umani abbiamo costruito e veneriamo: il potere, le ricchezze e i piaceri. Conosceremo veramente Dio se anche noi saremo giusti, leali e ameremo il nostro prossimo.

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