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Ricevere con fiducia ciò che Dio vuol donarci

Un giorno una parola – commento a Marco 11, 24

Trova la tua gioia nel Signore, ed egli appagherà i desideri del tuo cuore
Salmo 37, 4

Tutte le cose che voi domanderete pregando, credete che le avete ricevute, e voi le otterrete
Marco 11, 24

Ho una esperienza pastorale già lunga e di questo versetto tratto dal vangelo di Marco ho capito alcune cose; per esempio, che si adatta molto bene a quelle stampe su pergamena ingiallita scritte in caratteri gotici che si trovavano ancora in alcune case e chiese evangeliche, ma che oggi sono sorpassate e perlopiù rimpiazzate con i post sui social, magari scritto su qualche immagine languida a colori. Ma ho pure capito forte e chiaro – e a spese mie personali – che non si adatta affatto ad essere citato a scopo di conforto ad un sofferente, anche se credente. Spesso l’effetto è esattamente il contrario di ciò che ci si prefigge: molti si ribellano, altri si avviliscono, qualcuno solleva dubbi e chiede spiegazioni sul perché Dio – al contrario – non risponde alle sue preghiere. Insomma, questo versetto diventa un implicito giudizio sull’efficacia della propria preghiera, quando non un’accusa a Dio di inadempienza.

Per fortuna, il testo del Salmo che lo accompagna è una interpretazione esatta e provvidenziale: «Trova la tua gioia nel Signore, ed egli appagherà i desideri del tuo cuore». Quel: «credete che le avete ricevute» non significa fare come una nota pubblicità dove uno ripete ad occhi, denti e pugni stretti il nome di una finanziaria e d’incanto viene trasportato in vacanza; ma significa cercare la gioia dell’esaudimento nel condividere ed approvare le promesse che il Signore ha fatto e che certamente esaudirà. Questo concetto interpretativo è ripetuto in 1 Giovanni 5, 14: «Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce». Il credente non diventa né un mago né un genio della lampada, semplicemente (se si può dire così…) egli conosce Dio, conosce la sua volontà ed è pronto a ricevere, con fiducia verso la sua bontà, ciò che la mano del Signore vorrà donargli.

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