Ironia e fede
21 gennaio 2015
Rubrica «Il cammino verso l’unità» della trasmissione di Radio1 Rai «Culto evangelico» curata dalla Fcei, andata in onda domenica 18 gennaio
La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani si è aperta in un contesto drammatico, quello delle stragi dei giorni scorsi – l’attacco al settimanale Charlie Hebdo, proseguito con quello al supermercato ebraico, sempre a Parigi, ma anche la strage in Nigeria. E’ un contesto che ci chiama ad allargare l’orizzonte della nostra preghiera non solo all’unità dei cristiani, ma a quella del mondo intero: d’altronde è proprio questo il senso del termine «ecumenismo», che viene dall’espressione greca oikoumene ghè, cioè «terra abitata».
Tra i tanti commenti che abbiamo sentito su questi eventi drammatici, vorrei attirare la vostra attenzione su una dichiarazione comune di nove testate giornalistiche italiane di diversa ispirazione religiosa: cattolica, protestante e musulmana. Dunque una presa di posizione che va oltre l’ecumenismo in senso stretto, tra soli cristiani, per includere credenti di altre fedi.
Il testo (intitolato «A proposito di Charlie», vedi Riforma n. 2, pag. 1) si apre sottolineando le molte vittime della strage: perché ci sono le persone uccise, i familiari che li piangono, ci sono gli ebrei ma anche i musulmani di tutto il mondo, che rischiano di essere equiparati ai terroristi. E ci sono anche vittime meno «palpabili», e cioè «la ragionevolezza, l’arte delle distinzioni, la tolleranza, lo spirito del dialogo e la libertà religiosa, che sono tra le più grandi conquiste storiche della nostra civiltà». In questo quadro c’è anche spazio per la satira, che è una delle espressioni dello spirito critico. «Anche se», si badi bene, «non sempre si è d’accordo con le sue provocazioni». Ma «una società democratica si riconosce dalla capacità di difendere la possibilità d’espressione anche delle voci più taglienti».
Ma chi ha colpito Charlie Hebdo non ha voluto colpire solo la libertà di espressione: «ha inteso sottomettere, intimidire e piegare tutti i credenti in un Dio diverso da quello violento e totalitario propagandato dagli integralisti».
«L’ironia e la satira», infatti, «non sono nemiche dei credenti. Anzi, possono aiutarli a liberarsi dalla presunzione di ‘possedere l’Altissimo’», svolgendo così una «funzione anti-idolatrica». «Forse una risata non salverà il mondo. Ma almeno ci impedirà di trasformare Dio in un simbolo dell’odio».