Predicare il Cristo risorto
21 gennaio 2015
Un giorno una parola – commento a Matteo 28, 18-19
Signore, non hai tu nelle tue mani la forza e la potenza, in modo che nessuno può resistere contro di te?
(II Cronache 20, 6)
Cristo dice: Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo.
(Matteo 28, 18-19)
“Ogni potere mi è stato dato”. Brillante nei mosaici, affrescato nelle basiliche, scolpito nelle cattedrali il Cristo pantocrator con le braccia aperte illumina le chiese nei secoli. Nel richiamarlo alla vita Dio, che qui appare in tutta la sua regalità, gli ha concesso potenza, pieno potere, autorità nella parola e nei miracoli, nella remissione dei peccati, lo ha costituito giudice universale, signore di tutti gli uomini. Egli è il Cristo onnipotente: il vangelo non gli dà alcun titolo nuovo particolare, oppure glieli dà tutti, perché nessuno è abbastanza! Dinanzi al Cristo risorto, vittorioso, al pantocrator, alcuni si prostrano, altri dubitano; forse dubitano proprio alcuni di quelli che si prostrano.
Solo dopo questa visione, dopo questa presa di coscienza e insieme ad essa, i suoi seguaci sono inviati: qui diventano veramente “apostoli” di una realtà nuova. Andate, ammaestrate, battezzate. Cioè: predicate. Che cosa? Il Cristo risorto. Alcuni però dubitavano. Anche oggi alcuni dubitano, a volte anche noi. Tra dubbio e fede si consuma una lotta sottile e continua. Il dubbio rode la fede, la mette alla prova, la interroga, ma la fede vince. C’è il dubbio, ma c’è anche la fede. E c’è un momento in cui, per la grazia di Dio, la luce sconfigge le tenebre e l’estremo dubbio diventa l’estrema certezza: Cristo è veramente risuscitato: a lui è stato dato ogni potere: è cominciato il mondo nuovo di Dio.
Se non hai incontrato, tu, personalmente, il Cristo risorto onnipotente, che cosa vai predicando?