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L’ambiente al centro della testimonianza cristiana

Un documento ecumenico dedicato alla custodia dell'opera di Dio e le considerazioni della moderatora Alessandra Trotta a conclusione dell’iniziativa ecumenica “Tempo del creato”

Pubblichiamo il testo congiunto che i rappresentanti delle Chiese cristiane in Italia – cattolici, ortodossi ed evangelici – hanno elaborato sul tema della custodia del creato. Nel documento si affermano la responsabilità delle chiese nei confronti della creazione e la necessità di pregare affinché l’umanità rispetti il pianeta. Un messaggio importante che intende promuovere cambiamenti a partire dalle comunità con gesti concreti. 

Riuniti nel “Tempo del Creato” che le Chiese europee celebrano dal 1° settembre al 4 ottobre per riaffermare la responsabilità nei confronti della creazione e per pregare affinché l’umanità rispetti il pianeta, i rappresentanti delle Chiese cristiane in Italia – cattolici, ortodossi e evangelici – colgono l’occasione per richiamare il messaggio dell’ultimo convegno ecumenico nazionale del novembre 2018, dedicato proprio al tema della custodia del Creato di Dio:

Forti dell’esperienza del Convegno “Il tuo cuore custodisca i miei precetti” (Milano, 19-21 novembre 2018), promosso dall’Ufficio Ecumenismo e dialogo e dalla Commissione episcopale della Conferenza episcopale italiana (CEI) in collaborazione con Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, Chiesa Apostolica Armena, Diocesi Copto Ortodossa di San Giorgio – Roma, Diocesi Ortodossa Romena d’Italia, Chiesa Ortodossa Russa, Chiesa d’Inghilterra e Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI), vogliamo lanciare un messaggio perché ciò che dal Convegno abbiamo conosciuto e condiviso possa portare frutto nelle nostre Chiese e nel nostro Paese.

I dati, davvero preoccupanti, per il futuro prossimo dell’umanità e dell’intero cosmo, ci spronano, come Chiese cristiane, ad agire con progetti e strategie coraggiose e improrogabili per un cambio di stile di vita quotidiana nella luce dei passi che i cristiani hanno già compiuto.

La nostra coscienza credente, attingendo dalla visione ebraico-cristiana del creato, ci invita a coniugare la spinta etica della fede con il sapere umano e scientifico, in vista di scelte sagge ed efficaci. Come? Educando ad uno sguardo nuovo: dal bene per me al bene per tutti.

La Parola del Signore ci chiede la responsabilità e la consapevolezza di esercitare la diaconia della speranza. Insieme alla predicazione occorre promuovere cambiamenti a partire dalle nostre comunità con gesti concreti.  

Esercitare la diaconia della speranza vuol dire:

• comunicare la bellezza del creato;

• denunciare le contraddizioni al disegno di Dio sulla creazione;

• educare al discernimento, imparando a leggere i segni che madre terra ci fa conoscere;

• dare una svolta ai nostri atteggiamenti ed abitudini non conformi all’ecosistema;

• scegliere di costruire insieme una casa comune, frutto di un cuore riconciliato;

• mettere in rete le scelte locali, cioè far conoscere le buone pratiche di proposte eco-sostenibili e promuovere progetti sul territorio;

• promuovere liturgie ecumeniche sulla cura del creato in particolare per il “Tempo del Creato” (1° settembre – 4 ottobre);

• elaborare una strategia educativa integrale, che abbia anche dei risvolti politici e sociali;

• operare in sinergia con tutti coloro che nella società civile si impegnano nello stesso spirito;

• le Chiese cristiane sappiano promuovere scelte radicali per la salvaguardia del creato.

 

Sul tema è intervenuta anche la moderatora della Tavola valdese, Alessandra Trotta: «La protezione dell'ambiente è un tema urgente e centrale della testimonianza cristiana. In  una prospettiva cristiana  l'ecosistema è il creato di Dio, il bene che Egli ha affidato all'umanità perché ne fosse custode. Da decenni il Consiglio ecumenico delle chiese denuncia i costi umani e ambientali del surriscaldamento globale ma (purtroppo anche in molte chiese) questo appello non è stato preso sul serio».

La moderatora ritiene che oggi si sia giunti a una scadenza del tempo che ci è stato concesso per “convertirci” e aggiunge: «Bisogna cambiare strada e stili di vita contribuendo a incoraggiare e sostenere politiche - locali e globali -  che sappiano superare l'alternativa fra sviluppo economico e tutela dell'ambiente e della salute imposta da chi ha interesse a far credere che un cambiamento non sia possibile o non sia conveniente». Secondo Trotta tanti giovani lo hanno capito e ci indicano una strada che dobbiamo seguire. «L'ambiente è una risorsa preziosa, indivisa e limitata - conclude la moderatora - e per questo ci impone stili di vita coerenti e orientati all'investimento sul futuro. Come chiese valdesi e metodiste, anche nelle nostre piccole e grandi scelte di investimento, intendiamo proseguire su questa strada cercando di essere testimoni dell'amore di Dio che si esprime anche nell'armonia del creato che ci ha affidato».

Tratto da chiesavaldese.org

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