La benevolenza di Dio è un dono
02 agosto 2019
Un giorno una parola- commento a Proverbi 16, 7
Quando il Signore gradisce le vie di un uomo, riconcilia con lui anche i suoi nemici
Proverbi 16, 7
Amate i vostri nemici, fate del bene, prestate senza sperarne nulla e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo
Luca 6, 35
Ci sono due aspetti di questo versetto che forse contrastano con una sana teologia. Il primo riguarda “le vie di un uomo”, vale a dire il suo modo di vivere, i suoi comportamenti.
Ogni esistenza umana è un cammino: la scelta della strada da percorrere, il modo in cui procedi, i compagni che ti fai, la meta del tuo viaggio, tutto questo va vagliato con cura, ponderato e perseguito con costanza. Se vivrai in questo modo attento, acquisterai dei meriti davanti a Dio il quale dirà: «Guarda come è bravo questo mio figlio, guarda come è per bene questa mia figlia, devo premiarli per la loro solerzia. Si sono conquistati il mio gradimento, la loro salvezza».
Altra considerazione: la riconciliazione con i nemici. Il comportamento di cui abbiamo detto, così giudizioso e probo, conviene, è nel tuo interesse. Perché Dio lo annoterà sul suo taccuino e dirà: «Renderò la vita facile a questo mio figlio e a questa mia figlia: farò in modo che tutti gli vogliano bene».
Ma non è così.
Il versetto successivo può fornirci un piccolo aiuto per comprendere che significa «le vie di un uomo».«Meglio poco con giustizia che grandi entrate senza equità» – dice Proverbi.
Poiché non siamo in grado di conquistarci la “salvezza” e non è possibile avere una vita “facile” dobbiamo invertire i termini. Non è per il mio comportamento che merito la benevolenza di Dio, ma sono la Grazia, l’Amore, la Forza di Dio che mi indicano il cammino. Allora mi renderò conto che le benedizioni di Dio mi precedono e diventano reali se comprendo che le relazioni con quanti percorrono le stesse mie vie, sono basate sulla volontà amorevole di Dio che ci propone di vivere saggiamente: non contando sul potere e la ricchezza, ma sulla giustizia, sulla fraternità, sull’accoglienza.
Il gradimento di Dio è all’origine di ogni cosa, non possiamo guadagnarcelo, è un dono che possiamo condividere, come si faceva un tempo nei lunghi viaggi in treno, offrendo ai compagni di scompartimento il proprio cibo: «Volete favorire?».