Mettere in pratica la parola di Cristo
03 luglio 2019
Un giorno una parola – commento a Matteo 7, 24
Insegnaci dunque a contare bene i nostri giorni, per acquistare un cuore saggio
Salmo 90, 12
Gesù dice: «Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà paragonato a un uomo avveduto che ha costruito la sua casa sopra la roccia»
Matteo 7, 24
Abbiamo veramente ascoltato le parole di Gesù o le abbiamo solo sentite? Quand’è che ascolti veramente le parole di Gesù? E siamo al collo di bottiglia, perché le ultime parole del sermone sul monte ci dicono che non ci sono diversi modi di ascoltare veramente la parola di Cristo, ma che ce n’è uno solo. Mettere in pratica, agire. Qualsiasialtra risposta diamo alla parola di Gesù, è un furto. Se non abbiamo obbedito, abbiamo rubato l’ascolto, come quando qualcuno parla al telefonino in autobus vicino a noi. Non possiamo non sentire, ma comunque ascoltiamo parole non dirette a noi. Quindi se questa parola ci fa agire, è parola detta per noi, altrimenti siamo degli intrusi e dei ladri. Possiamo aver imparato, ma senza mettere in pratica. E questo non serve a nulla.
La parola di Gesù non vuole essere discussa, non vuole diventare l’oggetto della nostra discussione e della nostra analisi, ma non vuole nemmeno essere riverita, difesa, incensata. Sono modi diversi di fare la stessa cosa, cioè di tenere la nostra azione lontana dalla parola. La parola di Gesù Cristo vuole essere obbedita, vissuta, presa sul serio. L’ultima separazione è annunciata al futuro. Nell’esempio di Gesù, le due case sono perfettamente uguali finché non arriva la tempesta. In tempi ordinari il tradimento della parola di Dio sa presentarsi e sa difendersi altrettanto bene che l’obbedienza alla parola. Il tarocco si camuffa bene tra gli originali. Poi si scatena la tempesta. Il nostro rapporto con Dio e con la sua parola costruito sui nostri desideri, va in rovina, in grande rovina. Mentre la promessa del Signore è lì, ferma, solida, ed è lì per noi, perché la pratichiamo, perché possiamo vivere piantati su quella promessa, e non accanto. Con piedi sulla promessa, e non ad autonoma o riguardosa distanza.