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In marcia per rimanere umani

Dopo una vita sulle strade per la pace in Repubblica Democratica del Congo, l’attivista John Mpaliza torna a camminare, questa volta per l’Italia e contro il clima d’odio in cui siamo immersi

Il 20 giugno è la Giornata Mondiale del Rifugiato, un momento scelto nel 2001 dalle Nazioni Unite per commemorare l'approvazione nel 1951 della Convenzione relativa allo statuto dei rifugiati. Sono molti gli appuntamenti in tutta Italia, e proprio in questa data sarà ancora una volta il momento di mettersi in cammino per John Mpaliza, attivista per la pace da anni impegnato da anni in un’opera di sensibilizzazione sul suo Paese di nascita, quella Repubblica Democratica del Congo diventata teatro di guerre civili e sistematico sfruttamento di risorse naturali, fondamentali per le economie del “primo mondo”.

 

Questa volta, John Mpaliza si mette in cammino per temi ancora più ampi: inclusione, accoglienza e diritti, per contrastare il clima d’odio sempre più forte nel nostro Paese. «essere umani – racconta – diventa un reato: sentiamo che non solo in Italia, ma anche in Europa, portare assistenza a una persona che ha bisogno, in particolare a un migrante o a un rifugiato, sta diventando un reato e si rischiano delle multe. Questo è inaccettabile. Negli ultimi mesi ci sono stati molti atti di razzismo e xenofobia. Il problema è forte e c’è necessità di proporre una proposta di resistenza attiva contro questo clima di paura e di odio».

 

Si tratta di una marcia che parte dal basso, un’idea nata in fretta e che è presto diventata grande, al punto da toccare quasi tutta Italia in quattro mesi «I destinatari – racconta Mpaliza – sono tutti i cittadini che vivono sul territorio italiano, i cittadini italiani di nascita, di passaporto, ma in generale tutti i cittadini del mondo che vivono sul territorio italiano. Ragioniamo, troviamo le parole giuste, evitiamo la contrapposizione, lottiamo e resistiamo, ma non usiamo lo stesso linguaggio di chi odia, cerchiamo di lottare contro questo clima di paura che non potrà che distruggerci».

 

L’iniziativa sarà divisa in quattro percorsi: il primo partirà da Trento il 20 giugno per raggiungere Reggio Emilia l’11 luglio. Dal giorno dopo, la tappa di Torino aprirà il secondo percorso, che toccherà Milano, Piacenza, Parma e ancora una volta Reggio Emilia. Il terzo percorso porterà John a Modena, Bologna, Firenze, Siena, Viterbo e Monterotondo, mentre il 3 settembre sarà il momento di Lampedusa, poi Palermo e infine Roma sabato 19 ottobre. La marcia si concluderà ufficialmente domenica 20 ottobre, in Piazza San Pietro.

 

La marcia, che come detto nasce dal basso, punta anche a dialogare con i vertici di due istituzioni, la chiesa cattolica e la Repubblica Italiana. «il Papa negli ultimi tempi ha parlato molto in difesa dei più deboli, che possono essere cittadini italiani che hanno perso il lavoro, i senzatetto e questi migranti che nessuno vorrebbe dimenticandosi quali sono le cause che li fanno partire da casa loro. Manderemo un messaggio di sostegno, di solidarietà, per chiedere al Papa di continuare in questa direzione, ma di fare anche qualcosa di concreto. Parleremo al presidente della Repubblica Mattarella perché è il garante della Costituzione. Stiamo assistendo a leggi che in qualche modo hanno dubbi di incostituzionalità, per questo motivo ci rivolgiamo a lui».

L’iniziativa, in continua evoluzione, può essere seguita sul sito https://marciarestiamoumani.org. È stato appena pubblicato il manifesto della marcia, la lettera aperta al Papa e al presidente Mattarella, mentre su change.org – cercando “Fermiamo questo clima di odio: restiamo umani” – è possibile leggere e firmare questi documenti.

 

12-13 luglio: appuntamento a Torino

Tra le 105 tappe che verranno toccate in 123 giorni di marcia, sostenute finora da oltre 100 associazioni che hanno aderito, non poteva mancare Torino, città che si è dimostrata spesso capace di accoglienza e sostegno anche in momenti difficili per il Paese.

«A Torino – spiega John Mpaliza – arriveremo il 12 luglio, ci fermeremo lì il 13, poi andremo a Ciriè il 14 e a Ivrea il 15».

Il 12 il Centro Studi Sereno Regis ospiterà la proiezione del film Iuventa, che narra le vicende della nave tedesca impegnata negli scorsi anni a salvare le persone nel Mediterraneo, oggi sotto sequestro. Sarà presente anche il regista, Michele Cinque.

Il 13 luglio, invece, si farà una camminata in tutta la città, lungo un percorso stabilito dalle associazioni di Torino, che si sono costituite in comitato per creare un percorso e un momento di confronto.

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