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La Casa valdese di Vallecrosia, passato e presente

Un libro scritto da Gian Paolo Lanteri che ripercorre le tappe storiche della Casa valdese

«Verso la metà del secolo scorso, il viaggiatore che, lasciandosi alle spalle la costa azzurra dopo aver percorso circa due chilometri da Ventimiglia giungeva al ponte di Vallecrosia se, invece di proseguire per la via romana verso Bordighera e Sanremo, si inoltrava per la valle alla sua sinistra, ben presto giungeva ad un villaggio circondato da alberi d’ulivo, Vallecrosia. Nulla avrebbe lasciato prevedere che in quel lontano paese, verso la metà del secolo scorso, sarebbe sorto un movimento evangelico... ».

Con queste parole, tratte dall’opuscolo curato da Roberto Nisbet, inizia il libro di Gian Paolo Lanteri «La Casa valdese di Vallecrosia, passato e presente».

Il libro verrà presentato sabato 25 maggio in occasione della Festa di Primavera della casa, a cui interverrà anche Gabriella Ballesio, responsabile dell’Archivio della Tavola valdese.

Il libro è infatti corredato da un’ampia raccolta fotografica, che arriva sia dall’archivio della Tavola Valdese che da collezioni private di clienti o di ex direttori della Casa.

Con alle spalle una storia molto interessante, che parte dal 1886, fatta di scuole, di asili, di luoghi di accoglienza, la Casa valdese ben si presta ad essere sfogliata nelle pagine di un libro.

Racconta Gabriella Ballesio: «La storia della casa valdese di Vallecrosia è legata alla figura di una giovane vedova inglese, con alle spalle una storia molto travagliata, che giunse in Liguria verso la fine del 1800. Si chiamava Louisa Boyce, e fin da subito si interessò al piccolo gruppo di evangelici di Vallecrosia, che non avevano un pastore di riferimento. Vedendo le povere condizioni delle famiglie, decise di impegnarsi per dare un’istruzione ai bambini. Fondò quindi una scuola dove bambine e bambini potevano studiare, vivere e imparare vari mestieri con i laboratori di falegnameria, calzolai, economia domestica...».

Louisa Boyce acquistò quindi l’attuale edificio, che era proprietà di un ex sindaco di Vallecrosia, e molti terreni adiacenti, che ancora oggi compongono l’ampio giardino.

Rimase scuola mista fin verso il 1915. Dopodiché diventò esclusivamente femminile. Durante la seconda guerra mondiale venne bombardata e fortemente danneggiata, i bambini furono evacuati, e fu oggetto di una forte ristrutturazione, grazie anche a molti contributi esteri.

Dal dopoguerra in avanti diventa infine luogo di villeggiatura: una riconversione pensata anche per le colonie dei bambini delle valli e per i numerosi gruppi stranieri che vengono in visita in Italia. Tradizione che, seguendo diverse declinazioni e modalità, si è mantenuta fino ai giorni nostri.

«Interessante il fatto che la Casa valdese abbia accompagnato anche il rafforzamento della comunità evangelica di Vallecrosia – conclude Gabriella Ballesio –. Fin da subito, infatti, la Tavola Valdese sostenne il lavoro della signora Boyce affiancandole dei pastori. Venne anche costruita la cappella ancora presente ed utilizzata oggi e la Casa valdese divenne un centro per la comunità sparsa nella diaspora di Bordighera e Sanremo».

Il libro sarà presentato sabato 25 maggio durante la Festa di Primavera della Casa valdese. Seguirà anche l’inaugurazione dei locali ristrutturati. A partire dalle 15 in via Colonnello Aprosio 255.