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I luterani italiani pronti per il XXII Sinodo

di Celi

i lavori aprirannno i battenti il 25 aprile a Roma fino a domenica 28 sotto il motto “Fede e Futuro – Glaube und Handeln” (Fede e Azione)

Una data significativa coincide con l’inizio dei lavori del Sinodo della Chiesa Evangelica-Luterana in Italia, Celi, a Roma: è quella del 25 aprile, Festa della Liberazione d’Italia dal nazifascismo. Il Parlamento della Chiesa è composto da 55 sinodali, tra cui 32 donne, 6 delle quali pastori su un totale di 14 ordinati. Il tema della 4a seduta del XXII Sinodo è “Fede e Futuro – Glaube und Handeln” (Fede e Azione). Il Sinodo celebra anche i 70 anni dalla fondazione della Celi.

La Celi è composta da 15 comunità distribuiti su tutto il territorio nazionale e conta diverse migliaia di membri. «Non conosco un’altra chiesa in Italia strutturata in modo così democratico e policentrico», sottolinea il presidente del Sinodo, Georg Schedereit. Oltre all’ordinaria amministrazione di un Sinodo, fatta di risoluzioni, di votazioni, di questioni di bilancio e di budget, della distribuzione dei fondi 8xMille e delle decisioni sulle numerose attività diaconali, l’obiettivo è quello di gettare le basi per il futuro. Crisi economica, dramma dei rifugiati, tendenze populistiche e nuovi nazionalismi, cambiamenti climatici e la profonda crisi delle istituzioni europee, sono temi particolarmente esplosivi anche in Italia. La Celi è solo una piccola chiesa ma affronta le sue responsabilità nella società e fa sentire la sua voce su tutte le questioni importanti.

Il 26 aprile il motto volutamente bilingue del Sinodo “Fede e Futuro – Glauben und Handeln” sarà oggetto di una tavola rotonda che vedrà impegnata la rappresentante legale della Celi, Cordelia Vitiello, membro del Consiglio della FML, assieme agli ospiti Peter Pavlovitsch, Segretario agli Studi della Conferenza delle Chiese Europee, e Lothar Vogel, professore di Storia del Cristianesimo presso la Facoltà Valdese di Teologia a Roma. Nel pomeriggio invece il tema sarà approfondito dai sinodali divisi in cinque gruppi di lavoro, con l’intenzione di tradurre spunti e riflessioni condivise in input concreti nel segno dell’impegno evangelico-luterano. Il Presidente sinodale Schedereit attribuisce alla Celi, in virtù della sua anima bilingue e biculturale e del suo radicamento in ambiti culturali e spirituali diversi, una funzione di collegamento e di unificazione: «Per me, da Presidente sinodale, anche in Italia fede e azione sono la misura della credibilità di ogni Chiesa e di ogni individuo».

Due anni fa il Sinodo a Venezia era stato segnato dal 500° anniversario della Riforma, il Sinodo del 2019 invece ripercorre 70 anni di storia recente. Nel 1949 le Comunità Evangeliche-Luterane in Italia, alcune delle quali seculari, si unirono per formare una chiesa e si diedero una costituzione. La fondazione della Celi sarà ricordata con brevi retrospettive e con una mostra, mentre un ricevimento il 27 aprile celebrerà questa ricorrenza. Ma, secondo Heiner Bludau, decano della Celi, che considera i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, come la lotta contro la fame, la povertà e l’ingiustizia sociale, le misure contro il cambiamento climatico, la parità di genere, l’accesso all’istruzione, ecc. come un orizzonte di riferimento per i lavori del Sinodo: «La nostalgia non deve in nessun caso distrarre dalle sfide del futuro. Per me “Fede e Futuro – Glauben und Handeln” significano prima di tutto e soprattutto ciò che possiamo fare noi, come cristiani e come cittadini».

Il 28 aprile, la quarta seduta del XXII Sinodo si concluderà con un culto solenne nella Chiesa della Comunità Evangelica-Luterana di Roma e con una visita guidata al Palazzo del Quirinale. Una chiusura quindi che riafferma tanto l’impronta luterana quanto l’inclusione nella società italiana.

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