Affrontare le sfide di ogni giorno
05 aprile 2019
Un giorno una parola – commento a Genesi 32, 26
«Non ti lascerò andare, prima che tu mi abbia benedetto!»
Genesi 32, 26
Ed ecco una donna, malata di un flusso di sangue da dodici anni, avvicinatasi da dietro, gli toccò il lembo della veste, perché diceva fra sé: «Se riesco a toccare almeno la sua veste, sarò guarita». Gesù si voltò, la vide, e disse: «Coraggio, figliola; la tua fede ti ha guarita». Da quell’ora la donna fu guarita
Matteo 9, 20-22
Fin dall’alba non sembrava un uomo che volesse benedirti. Hai un avversario, Giacobbe. Un uomo con cui sei in lotta. Una storia misteriosa, ma anche reale: la vita di Giacobbe è una lotta col fratello Esaù, al quale Giacobbe aveva sottratto l’eredità, e dal quale ora è in fuga. In fuga come Adamo da Dio. In fuga come Caino da Abele. In fuga dal prossimo diventato avversario.
In questa fuga Giacobbe fa l’esperienza di Dio, come una lotta a tu per tu. Quando siamo in fuga dal nostro prossimo, in fuga da noi stessi, in fuga dalle nostre responsabilità, facciamo l’esperienza con Dio, come se lottasse, anzi, lotta veramente con noi.
Quando troviamo un ostacolo, un’avversità davanti a noi, piuttosto di affrontarla, cerchiamo di aggirarla. Cerchiamo sempre la via della resistenza minore. Quando si rompe una scarpa, la butto; non vado a spendere soldi per aggiustarla. Se incontro una persona difficile, mi rivolgo a un’altra, meno difficile. Se non mi trovo bene con il Dio di una religione, me ne cerco, o me ne faccio un’altra. Facendo così, man mano che vado avanti, le cose perdono valore, le persone perdono valore e anche Dio perde valore. Affrontare è vissuto come un afront contro le cose, contro le persone e contro Dio. Ma non affrontare è la perdita di ogni valore, la maledizione della fuga, la perdizione.
«Non ti lascerò andare, prima che tu non mi abbia benedetto!» sia la nostra preghiera quotidiana, la parola che ci aiuta ad affrontare le sfide che si presentano davanti a noi. Una lotta di ogni giorno, anche di questo giorno, che valorizza tutto.
Immagine: Gustave Doré, Giacobbe lotta con l’Angelo