L'integrazione che passa (anche) dal calcio
02 gennaio 2015
Tre richiedenti asilo ospitati dalla Diaconia valdese a Villa Olanda giocano stabilmente nella squadra di terza categoria di Torre Pellice. Un esempio pratico di integrazione
Dopo avervi raccontato l'esperienza di uno di loro, continuiamo a seguire il processo di integrazione dei richiedenti asilo ospitati dalla Diaconia valdese nel tessuto delle valli valdesi.
Arouga Tanja, Ibrahim Konte e Lamin Kanye sono tre ragazzi tra i 19 e il 28 anni; sono rifugiati politici e richiedenti asilo seguiti dal Sistema di Protezione Rifugiati e Richiedenti Asilo del governo italiano.
Sono in Italia da circa un anno e a Luserna da quasi 4 mesi. L'ufficio rifugiati e migranti della Csd li ha accolti e seguiti nel loro percorso di accoglienza, trovando loro la sistemazione nella foresteria di Villa Olanda, nell'offerta di cibo, vestiti, corsi d'Italiano e possibilità lavorative tramite stage o tirocini.
Da oltre un mese Arouga, Ibrahim e e Lamin giocano stabilmente nella squadra di terza categoria di Torre Pellice. Sono appassionati di calcio da quando sono bambini, Arouga arriva dal Centrafrica, mentre Lamin e Ibrahim dal Gambia. Arouga è un buon portiere, Lamin un'ala destra e Ibrahim un trequartista. Arouga è giunto in Italia per scappare dalla guerra nel suo paese, Lamin è andato via dal Gambia per lavorare, come Ibrahim che però del calcio vorrebbe farne una ragione di vita, magari in Europa. Nel suo paese giocava nella serie maggiore ma a lui non bastava: «Sono venuto in Italia proprio per giocare a pallone – ci spiega – perchè nel mio paese non mi piace come si gioca, troppa confusione e troppa violenza. Io volevo un livello di calcio ordinato, veloce, ma di alto livello».
«Siamo molto contenti di giocare qui. Per noi è un'esperienza fondamentale. Innanzitutto ci fa passare il tempo e poi ci permette di conoscere altre persone e di farci conoscere, fare in modo che si superi la diffidenza che naturalmente ci può essere nei confronti di uno straniero – precisa Arouga».
Tramite gli operatori dell'ufficio della Csd i ragazzi sono stati messi in contatto con l'allenatore del Torre Pellice. «Tony, il mister, ci tratta bene, ci ha messo subito a nostro agio e ci fa giocare. Il rapporto coi compagni è ottimo. All'inizio avevamo un po' di problemi con l'italiano ma ora va meglio e qualche volta usciamo anche con loro per un aperitivo o per andare a ballare in discoteca».
Arouga è il secondo portiere della squadra mentre Ibrahim ha già segnato due gol. Come squadra hanno alti e bassi e viaggiano a metà classifica. Si allenano due volte a settimana e in questo caso il calcio è un ottimo veicolo di integrazione. Grazie a questa possibilità i tre si possono far conoscere, si realizzano e si integrano nella società.
Adesso anche altri ragazzi vorrebbero andare a giocare ma per il momento non c'è più posto. Anche perchè bisogna essere in regola con i documenti: permesso di soggiorno e tessera sanitaria sono infatti imprescindibili per giocare. Ma la strada è segnata, ancora una volta lo sport si presenta come eccezionale strumento di aggregazione e superamento delle diffidenze e differenze.
Dal 2011 a oggi la Diaconia Valdese ha progettato e realizzato diversi progetti di accoglienza e supporto a richiedenti asilo e rifugiati. Nel 2011 l'Accoglienza di 5 tunisini ospitati a Prali (Torino) e presso il Centro Ecumenico di Agape con il supporto all’inserimento lavorativo, il corso intensivo di italiano, e l'accompagnamento nelle pratiche per l’ottenimento del permesso di soggiorno.
Tra il 2011 e il 2013: nell’ambito del programma governativo “Emergenza Nord Africa”, sono stati accolti a Torre Pellice (Torino) 14 richiedenti asilo con nazionalità nigeriana e ghanese provenienti dalla Libia. Dal 2013 sono attivi 2 progetti: a Torino l'accoglienza integrata di 14 richiedenti asilo e rifugiati suddivisi in 4 appartamenti. E poi a Vittoria (Ragusa, Sicilia) con l'accoglienza di un gruppo di richiedenti asilo presso la Casa valdese.
Nel 2014 in val Pellice e val Chisone e a Vittoria sono stati avviati nuovi progetti nell'ambito del programma Sprar 2014-2016 e in collaborazione con le Prefetture. In particolare con 21 persone ospitate in Val Pellice, 25 in Val Chisone e 44 a Vittoria.