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Vandalizzata la targa di Piazza Martin Lutero

Situata sul Colle Oppio a poche centinaia di metri dal Colosseo, la piazza Martin Lutero fu inaugurata nel 2015. Un commento dell’evangelista Ivano De Gasperis, membro della Consulta delle chiese evangeliche di Roma

La targa della piazza intitolata al riformatore Martin Lutero a Roma è stata trovata rotta l’8 febbraio scorso. Situata sul Colle Oppio a poche centinaia di metri dal Colosseo, la piazza Martin Lutero fu inaugurata nel 2015 dall’allora sindaco di Roma Ignazio Marino che, in occasione della cerimonia di inaugurazione, tenne a dire che quella intitolazione era testimonianza del fatto che «Roma è una città che accoglie, che rispetta le culture, le religioni e che vuole costruire un mondo migliore, e questo lo si può fare solo se si superano le barriere, gli steccati e i pregiudizi».

Da quella cerimonia sono passati alcuni anni, durante i quali la piazza è stata utilizzata dalle chiese evangeliche di Roma in diverse occasioni di testimonianza pubblica. La vista della targa di marmo tirata giù e spaccata in quattro pezzi è un pugno nello stomaco. Si spera che il ripristino della targa da parte delle autorità competenti possa avvenire in tempi brevi.

«Finora non c’è nessuna pista, possiamo solo fare delle congetture sui responsabili – ha affermato l’evangelista Ivano De Gasperis, segretario del Dipartimento di evangelizzazione dell’Ucebi e membro della Consulta delle chiese evangeliche di Roma –. Sicuramente non è un segnale positivo quanto è accaduto. Il vuoto che si è creato nel nostro paese fa sentire le persone libere di esprimere il proprio malessere con simili gesti di mancanza di rispetto e di cura. Registro la sensazione di un abbandono a se stessi e ai propri sentimenti più negativi che si pensa di poter esprimere in maniera distruttiva. Che oggi il diverso, lo straniero diventino il catalizzatore di questo malumore, di questa assenza di timore e rispetto insieme, è sotto gli occhi di tutti». De Gasperis ci racconta che episodi di vandalismo si sono verificati recentemente anche nel vicolo su cui affaccia la chiesa battista da lui curata, nel quartiere di Trastevere, attiva nell’accoglienza agli immigrati: sui muri sono state scritte bestemmie, frasi offensive, ed è «scomparso» un banner che riportava l’immagine di Martin Luther King e una sua frase che invitava alla filoxenia, e diceva no alla xenofobia.

«Stiamo vivendo un clima generale dove certi gesti violenti si stanno manifestando con una sincronia che mette un po’ paura. Oggi l’invito all’accoglienza dello straniero fa emergere sacche di intolleranza, che ci sono sempre state ma che sono particolarmente sincronizzate in questo periodo. Devo dire per completezza che, d’altro canto, vediamo manifestarsi in maniera altrettanto forte, esperienze di accoglienza, di bene e di luce. Da una parte dunque riceviamo offese, dall’altro però anche incoraggiamento a proseguire la strada indicataci dall’Evangelo».

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