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Voci di donne

Una grande raccolta alla ricerca di autrici, studiose e donne presenti in manoscritti e documenti nel corso della storia

Ci troviamo alla Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze per una mostra che si intitola Voci di donne. L’universo femminile nelle raccolte Laurenziane.

La Biblioteca, innanzitutto, è una delle più importanti al mondo per due fattori: il primo è che l’ha costruita Michelangelo, che ebbe la commissione da Papa Clemente VII, membro della famiglia Medici. Nel 1524 ebbe l’incarico di realizzare un edifico per raccogliere le collezioni librarie di famiglia. I lavori durarono a lungo, tanto che la biblioteca fu aperta al pubblico soltanto nel 1571 grazie all’intervento del granduca Cosimo I de’ Medici.

Il secondo fattore che rende unica la biblioteca è il contenuto: la raccolta originale dei Medici fu cominciata da Cosimo il Vecchio alla fine del Trecento, poi ampliata dai figli Piero, un grande appassionato di miniatura, Giovanni, e soprattutto Lorenzo il Magnifico, il cui progetto era quello di realizzare una biblioteca che potesse gareggiare sia per qualità che per completezza con quelle delle altre corti italiane. Si trattava già allora di una raccolta straordinaria di manoscritti, alcuni acquistati, altri fatti realizzare nelle botteghe fiorentine, altri, soprattutto quelli greci, furono acquistati in Oriente dove venivano mandati degli emissari a fare ricerche e poi acquistare per la collezione di famiglia.

 

 

Ogni anno, dal 1804, vengono proposte delle mostre a partire dalla collezione. Quest’anno da questo grande patrimonio storico sono stati scelti dei documenti scritti da donne o che parlano di donne. Rispetto a questa operazione parla la direttrice della biblioteca, la dott.ssa Anna Rita Fantoni: «Ho voluto fare una cosa un po’ diversa. Ho pensato ad un tema più generale e anche più attuale rispetto a quelli che affrontiamo di solito. Avevo la curiosità di vedere cosa avessimo in biblioteca sulle donne, quindi ho fatto una ricerca su tutti i nostri cataloghi e manoscritti. È stata una bella ricerca perché abbiamo individuato testi che vanno da donne che sono vissute nel VII - VI secolo a.C. fino a donne dei primi decenni del XX secolo. Abbiamo coperto tutti i periodi storici».

 

A comporre la mostra risultano 66 manoscritti divisi in varie sezioni, per esempio vengono presentate le donne autrici, settore in cui si segnalano due pezzi importanti. Il primo è un ostrakon, un coccio che era stato usato per l’esercitazione di uno studente che aveva scritto una poesia di Saffo e che ci riporta un pezzo di un’opera della grande poetessa greca che non è altrimenti noto. A questo è stata affiancata una lettera di Medea Norsa, eccezionale studiosa e papirologa che viaggiava negli anni Venti in Egitto per conto della Società Italiana per la ricerca di Papiri Greci e Latini in Egitto, alla ricerca di ostrakone papiri che si trovavano allora in grande quantità. Lei ha scoperto e portato a Firenze questo importantissimo documento.

Il percorso presenta donne di vari periodi, tra cui un trattato Di Trotula de Ruggiero, forse la prima donna medico della scuola medica salernitana. Lei scrive di ostetricia, ginecologia e anche di cosmesi. Ci sono testi poetici come una lode di Lucrezia Tornabuoni, madre di Lorenzo il Magnifico, una poetessa che scrisse in volgare e fu anche insegnante di Lorenzo stesso. C’è il diario di Rosalba Carriera, una ritrattista e miniaturista veneziana, la prima ad adottare la tecnica del pastello che fino ad allora, ai primi del Settecento, era usata solo per schizzi e disegni formali. Ci sono testi di donne famose ma anche di sconosciute, soprattutto si fa riferimento ai manoscritti che venivano realizzati nei conventi.

La presenza attiva delle donne nel corso della storia viene fuori chiaramente, sebbene se ne parli poco, i documenti testimoniano diversamente.

 

A una donna in particolare è dedicato uno spazio importante: una conferenza di Sabrina Melino, che ci sarà il 12 febbraio, parlerà di Santa Ildegarda di Bingen, una delle figure femminili più significative del medioevo. Una monaca, teologa, studiosa di medicina e di scienze naturali, che scrisse musica e agì anche in ambito politico e religioso: fu consigliera di sovrani ed ecclesiastici e fondò dei monasteri.

Continua la direttrice Anna Rita Fantoni: «Di Ildegarda possediamo un manoscritto che contiene la Physica, un trattato di scienze naturali e di medicina. Si tratta di un pezzo davvero importante. La sua opera fu pubblicata soltanto nel 1533, prima circolavano solo manoscritti dei quali ne rimangono cinque. Noi ne possediamo uno».

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