L’esaudimento di una preghiera
18 gennaio 2019
Un giorno una parola – commento a Salmo 18, 6
Nella mia angoscia invocai il SIGNORE, gridai al mio Dio. Egli udì la mia voce dal suo tempio, il mio grido giunse a lui, ai suoi orecchi
Salmo 18, 6
Gesù toccò loro gli occhi dicendo: «Vi sia fatto secondo la vostra fede». E gli occhi loro furono aperti
Matteo 9, 29-30
Il Salmo 18 è strettamente imparentato con il Salmo 22. L’intreccio tra dolore e gioia, tra angoscia e speranza formano una splendida trama in cui traspare una magnifica visione del Santuario, percepito come dimora dell’Eterno. Una visione simile si trova anche in Isaia 6. Il versetto di oggi è dunque un ringraziamento per l’esaudimento della preghiera. Infatti, il testo del Samo 18 prosegue con lo stesso fiducioso tenore fino alla fine.
L’esaudimento di una preghiera è una delle questioni spirituali più delicate su cui sono stati versati fiumi d’inchiostro. Alla luce del Salmo 18 si può affermare soltanto che un’invocazione di auto pronunciata dall’orante e ascoltata dall’Eterno non ha nulla in comune con la gratificazione istantanea che deriva dalla soddisfazione di un desiderio. L’esaudimento della preghiera spesso ha bisogno di moto tempo per diventare pienamente visibile, ammesso che si tratti di una preghiera conforme alla volontà dell’Eterno. La storia di Saul e Davide ha molto da insegnare a questo proposito.
Proprio oggi inizia la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Questo appuntamento è nato con il proposito di pregare per il ritorno di tutte le confessioni cristiane alla piena comunione con il Vescovo di Roma. Sembra che, salvo qualche isolata eccezione, tale preghiera non è stata esaudita. Credo che in questo caso il mancato esaudimento sia una grande benedizione per tutta la cristianità. Da cinquant’anni ormai lo scopo della Settimana di preghiera è quindi quello di testimoniare che nella preghiera comune si manifesta la sostanziale unità della Chiesa di Gesù Cristo che sovrasta tutte le confessioni esistenti, presenti e future. Alla preghiera dovrebbe seguire l’azione. Oggi l’obiettivo sui cui vale la pena di impegnarsi insieme – in preghiera ma anche con azioni concrete – è indubbiamente l’ospitalità reciproca nello spezzare il pane e nel condividere il vino, segni chiari ed evidenti della presenza di Cristo nella sua chiesa.