La liberazione operata da Dio
16 gennaio 2019
Un giorno una parola – commento a Galati 5, 1
Se tuo fratello, figlio di tua madre, o tuo figlio o tua figlia o tua moglie, che riposa sul tuo seno, o l’amico, che è come un altro te stesso, vorranno ingannarti in segreto, dicendo: «Andiamo, serviamo altri dèi», tu non acconsentirai
Deuteronomio 13, 6.8
Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi; state dunque saldi e non vi lasciate porre di nuovo sotto il giogo della schiavitù
Galati 5, 1
La prima parte del versetto tratto dalla lettera ai Galati è sicuramente una frase programmatica per coloro che si professano cristiani. La seconda parte mette tuttavia in guardia: il giogo della schiavitù è sempre in agguato, pronto a curvare le schiene sia degli individui sia dei popoli interi. Continuando la lettura scopriamo che Paolo identifica tale giogo con la circoncisione, annoverata da alcuni tra i requisiti assolutamente necessari per ottenere la salvezza eterna. L’apostolo taglia corto il dibattito con un’altra celebre frase: Infatti, in Cristo Gesù non ha valore né la circoncisione né l’incirconcisione; quello che vale è la fede che opera per mezzo dell'amore (Gal. 5, 6).
Purtroppo, la parola schiavitù non appartiene ancora a quelle desuete, alle quali non corrisponde più alcuna realtà. Secondo le stime dell’ONU, nel mondo, su mille persone, tre sono schiave. Dai 20 ai 45 milioni di persone a seconda della provenienza dei dati incrociati. I tre quinti di sesso femminile, i due quinti maschi. Oltre un quarto sono minori. In tutto il mondo da 6 a 10 milioni di bambine e bambini sono costretti ai lavori forzati, vittime dei traffici sessuali o segregati come sguatteri. Sono numeri impressionanti e nessuno può sentirsi assolto dalla responsabilità per questa situazione vergognosa e insostenibile.
Esiste tuttavia anche un’altra schiavitù che, secondo le mie stime personali, coinvolge qualche miliardo di persone. Non so quante siano esattamente ma sono certo che sono tantissime le persone che vivono in uno stato di schiavitù interiore. Si tratta di una schiavitù subdola che assume molteplici forme: bisogni indotti dal mercato globale che si traducono in uno shopping compulsivo, relazioni di coppia patologiche, fondate su pretese e ricatti, moralismi e formalismi religiosi di ogni risma che generano frustrazioni e rimpianti. Sono convinto che di fronte a tutto ciò sia necessario annunciare con forza la liberazione operata da Dio per mezzo del suo Cristo. Annunciare e operare di conseguenza.