Dal Cristo dei Vangeli al Gesù della storia
18 dicembre 2018
Un tentativo di ricostruzione degli «eventi chiave» della vita di Gesù
Yehoshua ben Yosef era un ebreo fedele nato a Nazareth quattro anni prima dell’era volgare, figlio di un falegname, maggiore di quattro fratelli e due sorelle. All’età di circa 30 anni inizia la sua missione pubblica come discepolo di Giovanni Battista, un profeta apocalittico che annunciava il giudizio divino e la necessità di un battesimo di pentimento. Ma che cosa sappiamo di lui?
I Vangeli non consentono di scrivere una «vita» di Gesù perché elencano detti e fatti senza alcun ordine cronologico, ne aggiungono e li rielaborano teologicamente come testimonianze della loro fede.
Ma uno storico di profonda formazione che conosca a fondo non solo i libri biblici ma anche Flavio Giuseppe e Filone, gli scritti di Qumran e gli apocrifi, può almeno tentare di tracciare un «profilo storico» di Gesù fondandosi criticamente sulla più antica fonte dei detti (Q) e sul Vangelo di Marco con poche altre aggiunte. È quel che ha fatto lo storico Giorgio Jossa (Università di Napoli) nel suo recente libro Voi chi dite che io sia?* con ottimi risultati.
Dopo l’arresto di Giovanni, Gesù inizia in Galilea una sua missione ben diversa: è l’annuncio gioioso dell’imminente arrivo di un regno terreno (non trascendente) di un Dio misericordioso che avrebbe prodotto un nuovo ordine sociale eliminando ogni ingiustizia. Quando Gesù dice: «Beati voi che ora avete fame perché sarete saziati» (Luca 6, 21) non si riferisce certo a un lontano futuro nell’aldilà: sarebbe come ingannare i poveri! E quando inizia a fare miracoli e a scacciare demoni comprende che ciò dimostra che Satana è stato sconfitto e Dio regna.
Gesù sa di essere l’ultimo definitivo inviato da Dio prima della venuta del regno ma non dice di essere l’atteso Messia perché rifiuta la concezione popolare che vede nell’Unto di Dio il condottiero politico che libererà Israele dal dominio romano. Di questo Gesù non parla mai perché è convinto che sarà Dio stesso a risolvere il problema quando il regno verrà «in potenza».
Nei confronti della Legge mosaica ha un atteggiamento di grande libertà: da un lato interpreta la Legge in modo più rigoroso, dall’altro relativizza le norme di purità e le regole alimentari: dice che il Sabato è stato fatto per l’uomo e va a cena con pubblicani e peccatori suscitando le proteste dei farisei.
Quando si rende conto che la sua predicazione non è accolta in Galilea torna ad annunciare il giudizio: «Guai a te Corazin, guai a te Betsaida...» (Matteo 11, 21). E quando si rende conto che il regno non potrà venire ora in questo mondo, inizia a parlare di una misteriosa figura celeste, il Figlio dell’Uomo (di cui avevano scritto Daniele e Enoc), che verrà sulle nuvole del cielo per giudicare il mondo.
La salita a Gerusalemme per Pasqua determina una svolta decisiva. Gesù entra in città cavalcando una puledra d’asina secondo la profezia di Zaccaria: è un re ma umile e dimesso che viene con intenti pacifici. I pellegrini lo festeggiano ma pochi abitanti comprendono quel gesto. Poi si reca nel cortile dei pagani nel Tempio e lo purifica scacciando i venditori di animali. Quando gli chiedono se si deve pagare il tributo a Cesare sembra riconoscere un dominio solo terreno ai romani. Racconta poi la parabola dei vignaioli omicidi che uccidono l’«unico figlio amato» del padrone della vigna, che a sua volta distruggerà i vignaioli (Luca 20, 9-19). I capi sacerdoti capiscono subito che quella parabola è una minaccia contro di loro.
Arrestato di notte la vigilia di Pasqua, Gesù è condotto davanti al sommo sacerdote che, dopo vari tentativi di provare l’accusa di aver profetizzato la distruzione del Tempio, gli chiede: «Sei tu il Messia?». E Gesù risponde per la prima volta: «Sì» e aggiunge: «e voi vedrete il Figlio dell’Uomo che viene con le nuvole del cielo», il che equivale a dire: io vi giudicherò il giorno del giudizio. Per Caifa è la bestemmia che giustifica la condanna a morte. Ma portato davanti a Pilato, la motivazione della condanna sarà trasformata in un reato politico: Gesù si è dichiarato «re dei Giudei» e per questo sarà crocifisso.
Il giorno prima Gesù aveva celebrato l’ultima Cena con i suoi discepoli parlando per la prima volta di un «nuovo patto di alleanza» con Dio che si realizza grazie al dono estremo della sua vita.
* G. Jossa, Voi chi dite che io sia? Storia di un profeta ebreo di nome Gesù. Paideia, 2018, pp. 363, euro 27,00.