Straniero 1 studente su 10, ma in 3 casi su 5 è nato in Italia
12 settembre 2018
I dati raccolti nel Dossier statistico immigrazione 2018 del Centro studi e ricerche IDOS, in partenariato con il Centro studi Confronti, mostrano nuove priorità per la scuola multiculturale
Sono 826.000 gli iscritti di cittadinanza straniera nell’anno scolastico 2016/2017, circa un decimo (9,4%) della popolazione scolastica complessiva, secondo i dati diffusi dal Centro Studi e Ricerca IDOS che anticipano il Dossier statistico immigrazione 2018, la cui presentazione è prevista per il prossimo 25 ottobre in tutte le Regioni e Province Autonome italiane. Il Dossier statistico immigrazione 2018 è realizzato dal Centro studi e ricerche IDOS, in partenariato col Centro studi Confronti, con il contributo dell’Otto per Mille della Tavola Valdese.
L’incidenza degli alunni stranieri è in continua crescita (+11.200 e +1,4%), anche per il costante invecchiamento della popolazione italiana. Basti osservare che tra gli italiani gli ultra65enni sono ormai 1 ogni 4 residenti (24,3%), tra gli stranieri invece, che per il 37,6% hanno meno di 30 anni, sono solo 1 ogni 25 (4,0%). Tuttavia, anche tra gli stranieri le nascite sono in progressivo calo e, se fino ad oggi la presenza di figli di immigrati aveva compensato la decrescita della popolazione scolastica nazionale, attualmente gli alunni stranieri non bilanciano più la perdita in atto e il numero complessivo di iscritti è calato in un solo anno di 85.000 unità (-1,0%).
Più della metà degli alunni stranieri (56,6%) si divide tra la scuola dell’infanzia (20,0%) e quella primaria (36,6%), dove sono quasi l’11% di tutti gli scolari; mentre meno di un quarto (23,2%) frequenta le scuole superiori, dove rappresentano solo il 7,1% di tutti gli studenti e, anche per le maggiori difficoltà di inserimento e rendimento scolastico, scelgono con più frequenza istituti professionali. Sebbene tra loro siano rappresentate 190 nazionalità, si tratta, per oltre la metà dei casi, di giovani romeni (158.000), albanesi (112.000), marocchini (102.000) e cinesi (49.500). Le regioni in cui è più alta la loro presenza nelle scuole sono: Emilia Romagna (15,8%), Lombardia (14,7%), Umbria (13,8%), Toscana (13,4%) e Piemonte (13,0%).
Ma il dato più importante è la quota sempre più ampia di alunni stranieri che sono nati in Italia, le cosiddette “seconde generazioni”, che spesso riconoscono l’italiano come propria lingua madre, vivono con e come i coetanei italiani e si sentono tali a tutti gli effetti, condividendo con loro ogni cosa eccetto la cittadinanza. Se nell’anno scolastico 2007/2008 erano appena un terzo (34,7%) di tutti gli alunni stranieri, nel 2016/2017 sono più di mezzo milione, i tre quinti (60,9%) del totale. Rispetto all’anno scolastico precedente costoro sono aumentati di ben il 12,9% (+57.600).
«Si tratta – osserva Luca Di Sciullo, presidente di IDOS – di identità non riconosciute dalla legge e spesso scisse tra due mondi culturali di riferimento, ora in conflitto con le famiglie immigrate d’origine, quando ne rifiutano il modello identitario per abbracciare quello italiano, ora con la società italiana, quando accade il contrario. La priorità – continua – è diventata la necessità di affrontare e gestire il loro conflitto d’identità, perché esso non finisca per esplodere, quando, usciti dalle aule, questi giovani si inseriranno nella società. Un compito – conclude –che richiede la collaborazione di tutte le altre agenzie formative (famiglie, associazioni, gruppi sportivi ecc.)».
Per informazioni: Centro Studi e Ricerche IDOS tel.: 06.66514345; e-mail: [email protected]; www.dossierimmigrazione.it
Centro Studi Confronti: tel.: 06.4820503; e-mail: [email protected]; www.confronti.net