Animati dalla speranza viva
02 agosto 2018
Un giorno una parola – commento a I Pietro 1, 3
Signore, tu sei il mio rifugio, la mia parte nella terra dei viventi
Salmo 142, 5
Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti
I Pietro 1, 3
Cristo è risorto, alleluia. Così cantiamo a Pasqua con tono gioioso. Abbiamo ben ragione di ripetere alleluia, lodate Dio, cantate le lodi del Signore, non solo a Pasqua. Infatti, egli ha operato in nostro favore in modi sorprendenti. Ha risuscitato Gesù e così lo ha vendicato, ha dato ragione al suo beneamato Figlio. Lo avevano arrestato, umiliato, crocifisso, ma Dio lo ha riportato alla vita, perché non era possibile che Gesù rimanesse come uno scarto della storia, abbandonato in una tomba, luogo di pietà ma segno di fallimento. Quella croce aveva terrorizzato i discepoli, li aveva costretti alla fuga e a nascondersi per la paura. Era stata luogo di delusione e frustrazione.
A questi fatti, noti grazie alle testimonianze dei vangeli, Pietro aggiunge un particolare che sa di teologia, cioè di tentativo di penetrare la mente e il cuore di Dio. Nella resurrezione egli scorge la “grande misericordia” di Dio per i discepoli e le discepole. Nel restituire loro Gesù, in forma gloriosa, Dio trasforma la delusione cocente in speranza viva, la paura in coraggio, l’ammutolimento in franchezza di parola, come ci testimonia il Libro degli Atti (cap. 2), riportandoci la predicazione degli apostoli e di Pietro in particolare il giorno di Pentecoste.
Come persone credenti siamo chiamati a scorgere nei fatti quel di più che ci parla dei pensieri profondi di Dio. Si tratta di provare ad andare oltre la facciata e condividere con Dio il suo amore, la sua misericordia. I fatti possono essere tristi e crudeli, e spesso lo sono, ma Dio ci chiama a superare delusione e frustrazione e, animati da quella speranza viva che Egli ci dà, possiamo operare per trasformare, iniziando da noi stessi, la durezza di cuore in solidarietà, l’egoismo in condivisione, la paura in coraggio.