Il Fedele e Veritiero
31 luglio 2018
Un giorno una parola – commento a Apocalisse 19, 11
Signore degli eserciti, Dio d’Israele, che siedi sopra i cherubini! Tu solo sei il Dio di tutti i regni della terra; tu hai fatto il cielo e la terra
Isaia 37, 16
Vidi il cielo aperto, ed ecco apparire un cavallo bianco. Colui che lo cavalcava si chiama Fedele e Veritiero; perché giudica e combatte con giustizia
Apocalisse 19, 11
La scena che si presenta davanti agli occhi di Giovanni è una di quelle esperienze che ci auguriamo di fare almeno una volta nel corso della nostra vita, specialmente nei momenti di crisi, quando il cielo ci appare buio e tetro. Giovanni non viveva in una condizione «rose e fiori». Era perseguitato, esiliato e le chiese che amava e di cui si prendeva cura erano immerse in un clima di persecuzioni, di divisioni, anche interne, di tentazione all’idolatria. Quel cielo buio e minaccioso, che gli fa da cappa asfissiante, viene squarciato davanti ai suoi occhi e lascia apparire una scena mozzafiato.
Non udì parole, Giovanni. In certe circostanze non servono le parole. Quel che si riesce a vedere, spesso parla meglio di molte parole. Egli vide un cavallo bianco, in linea con la luce che filtrava nel cielo, in linea con il messaggio di speranza e di purezza che l’apparizione vuole comunicargli. Altrove Giovanni aveva visto cavalli rossi, neri, giallastri, portatori di disastri e di morte. Ora il cavallo è bianco e chi lo cavalca porta un nome tipo nomen omen, è il Fedele e Veritiero. Egli, infatti, giudica e combatte con giustizia.
È esattamente la persona di cui abbiamo bisogno ancora oggi. Una persona solare, che combatte senza secondi fini. Non un violento che stravolge il diritto e la giustizia pur di ottenere il proprio scopo. Egli combatte per difendere le persone prevaricate, per rompere i denti ai violenti e ai rapaci. Giovanni sta parlando in termini nuovi di Gesù Cristo, il principe della pace descritto dal profeta Isaia (Is 11, 1-9). Quella profezia, che rimandava ai tempi messianici, per Giovanni non è lasciata cadere nel nulla, ma trova il suo compimento davanti ai suoi occhi, all’apparire di Cristo, il Messia.