Il Signore bussa alla porta del nostro cuore
24 luglio 2018
Un giorno una parola – commento a Apocalisse 3, 20
Tornate a colui dal quale vi siete così profondamente allontanati, o figli d'Israele!
Isaia 31, 6
Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me
Apocalisse 3, 20
È capitato a tutti, purtroppo, di essere respinti da una persona. A volte si è rifiutati da un intero gruppo di persone. Possono essere una squadra sportiva o un complesso di musicisti, un partito politico o un circolo artistico. Qualunque siano la situazione, la motivazione e i soggetti coinvolti, non è mai qualcosa di piacevole e edificante. Ma che dire quando a respingere, è una comunità di credenti?
Si racconta la storia di un africano che fu molto abbattuto nell’apprendere di non essere il benvenuto in una chiesa “bianca”. Tuttavia, fu confortato da Cristo che in visione gli disse: «Non preoccuparti, fratello, ho cercato di entrare in quella chiesa per anni e non ci sono ancora riuscito». A Laodicea Cristo si sentiva escluso dalla sua stessa chiesa, una chiesa che nonostante questo rimaneva la sua!
Il Signore desidera godere della nostra compagnia ed è lieto che noi ci rallegriamo della sua. Desidera entrare nelle nostre vite ed essere in comunione con noi. È una comunione che nel tempo presente è possibile sperimentare al tavolo della Santa Cena e in futuro nel banchetto messianico. Eppure, è una comunione che è offerta: non imposta. Siccome tiene a noi, come singoli e come comunità, può avere parole dure, ma queste sono un segno di amore. Il sentimentalismo e l’indifferenza possono chiudere un occhio davanti a varie mancanze, perfino di fronte ai peccati, ma l’amore (proprio perché è tale) a volte impone di essere severi. Cristo non vuole perdere i suoi, coloro per i quali ha dato la propria vita, e dice quanto deve per il loro (per il nostro…) bene.
Sappiamo udire il Signore che bussa alla porta del nostro cuore? Lo riconosciamo mentre batte ai portoni dei nostri templi? Spalanchiamo tutti i nostri ingressi ai “poveri cristi” nei quali s’identifica? «Ebbi fame, ebbi sete, fui straniero, nudo, malato e in prigione…» (Mt. 25, 42-43). Cristo bussa, ma solo noi possiamo aprire.