Convertire il male in bene
07 giugno 2018
Un giorno una parola – commento a Genesi 50, 20
Giuseppe disse ai suoi fratelli: «Voi avete pensato del male contro di me, ma Dio ha pensato di convertirlo in bene»
Genesi 50, 20
La misericordia trionfa sul giudizio
Giacomo 2, 13
Questo verso della Genesi ci pone dinanzi a un problema non certo di poco conto: la possibilità da parte di Dio d’intervenire nella storia umana, modificandola secondo la sua volontà sovrana. Ma fin quando si tratta di modificare in bene ciò che da parte degli umani si persegue per procurare del male, può andare anche bene. L’importante, e l’effetto sarebbe devastante, non procurare del male quando si tenta di fare del bene. E questo succede, però, quando subentra lo zampino malefico della maldicenza, della calunnia, dell’invidia, dell’aggressione verbale violenta che possono alimentare solo odi e conflitti. La storia umana, purtroppo, è piena di esempi di quest’ultimo tipo, basti pensare alle guerre e alla «soluzione finale» per gli ebrei, solo per fare due esempi eclatanti. Molti di meno sono invece gli esempi del primo. Uno di questi è quanto succede a Giuseppe, che, venduto dai fratelli a dei commercianti ismaeliti, si ritrova schiavo in Egitto. Qui, tuttavia, riesce a sfondare nell’apparato istituzionale della corte reale fino a diventare il supremo responsabile del Faraone nell’amministrazione di tutto l’Egitto. Così che quando i fratelli tornano in Egitto con Beniamino, il più piccolo dei fratelli molto amato dal padre Giacobbe, per rifornirsi di grano, a causa della grave carestia che ha investito anche la Palestina, si realizza il climax di tutta la storia con lo svelamento dell’identità di Giuseppe. La scena è quanto mai toccante con l’abbraccio fra Giuseppe e Beniamino e l’impegno da parte di Giuseppe, confermato dal volere dello stesso Faraone, di far salire dalla Palestina tutto il parentado di Giuseppe con servi e animali al seguito.
L’Iddio di Abramo, Isacco e Giacobbe è davvero grande. Dalla cattiveria iniziale dei fratelli di Giuseppe, la cui vita prima minacciata dagli stessi poi protetta da Ruben e Giuda, il Signore dell’intero creato ha saputo trarre una storia favolistica da «Mille e una notte», con un finale sorprendentemente felice e benevolo. È proprio vero: «La misericordia trionfa sul giudizio».