Assemblea KEK. Giovani, una questione di giustizia che l’Europa non affronta
04 giugno 2018
All’assise in corso a Novi Sad, è intervenuta Lisa Schneider, già presidente del Consiglio ecumenico dei giovani europei
«Quando i giovani parlano di giustizia lo fanno in modo appassionato e con serietà. E tuttavia, la prima cosa che si scopre è che la giustizia è una questione complessa e non prevede risposte semplici. È difficile conciliare la giustizia con il messaggio cristiano quando ci si trova ad affrontare realtà complesse».
È con queste parole, che invitano a diffidare di semplificazioni e soluzioni di comodo, che ha esordito Lisa Schneider, già presidente del Consiglio ecumenico dei giovani europei (Eyce), nel suo discorso all’Assemblea della Conferenza delle chiese europee (Kek), il 2 maggio, dedicata al tema della giustizia.
«Ci saranno sempre modi diversi di intendere ciò che è giusto – ha aggiunto Schneider – e tuttavia fa parte del nostro mandato cristiano ricercare la giustizia e fare del nostro meglio per realizzarla», nel dare la parola a chi è negata, nel combattere le diseguaglianze e includere chi è emarginato.
Tuttavia, sia dall’intervento di Schneider sia dalla successiva discussione, è emerso che una delle questioni di giustizia che l’Europa deve affrontare è proprio quella giovanile. Gli alti tassi di disoccupazione, le politiche che in molti paesi guardano ad altre fasce di età, l’esclusione dai luoghi decisionali, nella società come nelle chiese, «sono espressioni di una ingiustizia intergenerazionale che fa gravare sulle future generazioni i pesi delle crisi di oggi», ha affermato uno dei delegati durante il dibattito.
Sul tema della giustizia sono inoltre intervenuti la pastora Elaine Neuenfeldt della Federazione luterana mondiale (Flm) che ha tenuto uno studio biblico sul racconto della vigna di Nabot (1 Re 21) che ha permesso di riflettere sulla giustizia economica e in particolare sul possesso e sull’uso della terra, e il vescovo metodista Patrick Streiff, che ha sottolineato come la giustizia si concretizzi nel costruire relazioni di solidarietà ed equità.
Nella giornata del 3 giugno, i lavori sono proseguiti sul tema «La presenza e la testimonianza cristiana nel futuro d’Europa» sul quale è intervenuto, tra gli altri, nel pomeriggio l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby.