Gli interventi di Dio nella storia
31 maggio 2018
Un giorno una parola – commento a Salmo 140, 12
Io so che il Signore difenderà la causa dell’afflitto e renderà giustizia ai poveri
Salmo 140, 12
Beati voi che siete poveri, perché il regno di Dio è vostro
Luca 6, 20
Il verbo «sapere» è centrale in questo testo. Cosa «sa» il Salmista, e come è giunto a questa conoscenza che ha il sapore della confessione della fede, con una connotazione affettiva indubbia? Sapere è qui anzitutto «certezza»” derivata dall’esperienza. Il Salmista «sa» o «conosce» quello che regolarmente ha sperimentato nella sua vita e nelle biografie di quelli che lo circondano. Nella storia dei rapporti tra gli esseri umani si esperimenta costantemente l’ingiustizia, la sofferenza; alcuni potenti calpestano il diritto, commettono ingiustizie e soprusi, infliggono sofferenze, perseguitano il debole, l’afflitto. Il Salmo inizia proprio con una richiesta a Dio di liberazione «dalle mani degli uomini malvagi» (140, 1). Questa esperienza è accompagnata da un’altra che ha fatto nascere la «certezza di chi sa che Dio interviene e giudica nella storia ristabilendo il diritto dei senza diritti». Il giudizio di Dio è mishpat che possiamo tradurre come diritto: in una situazione di ingiustizia l’intervento divino restaura i giusti rapporti tra gli esseri umani, il povero e il misero sono liberati e il malvagio è giudicato e punito.
Dagli interventi divini nella storia nasce nel presente una fede incrollabile nella giustizia divina verso i poveri che si manifesta nella difesa della «causa» del sofferente. Questo «sapere» è certezza di fede: a Sion, nel cuore del popolo di Dio vi è una «storia di salvezza» che parte dalle promesse ai padri e alle madri, aramei erranti nel deserto, adempiute nei confronti degli schiavi in Egitto e in Canaan, confermate costantemente nella storia di Israele. Questa storia degli interventi divini suscita la fede nel presente: lo stesso Signore interviene ancora oggi, e ci situa nel futuro come il territorio della speranza nell’intervento ultimo e definitivo di Dio che renderà giustizia all’afflitto e al povero.