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Aprirsi alla novità di Dio

Un giorno una parola – commento a Aggeo 2, 4

«Sii forte, popolo tutto del paese!», dice il Signore. «Mettetevi al lavoro! perché io sono con voi»
Aggeo 2, 4

Colui che pianta e colui che annaffia non sono nulla: Dio fa crescere!
1 Corinzi 3, 7

 

Doveva essere esiguo il numero di abitanti a Gerusalemme che si ricordava la gloria del Tempio di Salomone. Ormai nel 520 a. C. non restava sui volti dei più anziani altro che disappunto, provocato dai lunghi ritardi e dagli sforzi mediocri impiegati per la ricostruzione. Il lento lavoro dell’epoca pare loro «molto più di nulla», e piangono un passato che non potrà più tornare; dimenticano che la gloria del Signore riempie il presente e che il popolo potrà aprirsi fiducioso alla novità di Dio, non solo al restauro locale delle istituzioni, ma alla venuta del regno universale.

Il profeta Aggeo è mosso dalle circostanze a dare un forte incentivo ai costruttori, annunciando la realtà dello Spirito di Dio in mezzo a loro. Lo squallore del presente non sembra turbare il profeta, che come Abramo ha imparato a fare affidamento sulle ricchezze invisibili della promessa. La grande prospettiva serve ad Aggeo per mettere a fuoco il bisogno del momento: la comunità necessita di una conduzione condivisa tra autorità religiose e civiche, ci deve essere maggiore coinvolgimento del popolo nelle decisioni, ed è urgente superare le differenze interne che dividono il popolo di Dio.

La profezia, che si muove in forma dialogica tra le domande del profeta e gli oracoli di Dio, serve da modello alla vita della comunità, che deve rispecchiare la stessa interazione. Il Tempio svolgerà una funzione critica nella comunità, a partire dalla valutazione negativa dello stato della costruzione. Le parole che ripete più volte sono: «Sii forte e sii efficace!». L’onore di Dio ne è l’argomento principale, non perché Dio ha bisogno di una Casa, quanto perché lo stato dell’arte riflette la condizione del popolo e del suo rapporto con Dio.

Questo Tempio segnala un nuovo scenario, che guarda alla fine dell’età, alla conversione dei popoli al Dio di Israele e all’ingresso di nuove risorse: è il preludio all’era di pace e di prosperità. Dall’immagine architettonica passiamo a quella botanica (1 Corinzi 3, 7). Dio solo fa crescere: l’utopia è sua.

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