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Ventimiglia. ASGI, Diaconia valdese, Oxfam Italia e altri: violazioni sistematiche dei diritti

Diverse espressioni della società civile italiana con un comunicato stampa congiunto parlano di un “quadro gravissimo” sul fronte dei diritti dei migranti, e in particolare di quelli minori non accompagnati. Intanto hanno mandato una lettera di denuncia alla Commissione europea e alle autorità italiane

Una dura condanna nei confronti dei respingimenti di minori stranieri non accompagnati (MSNA), effettuati dalle autorità francesi alla frontiera di Ventimiglia, ma anche delle violazioni dei diritti dei MSNA perpetrate in Italia, è arrivata da una piattaforma di associazioni ed organizzazioni della società civile operative sul posto: Associazione studi giuridici sull’immigrazione (ASGI), Diaconia valdese, Oxfam Italia, INTERSOS, Terres des Hommes Italia e Caritas Diocesana di Ventimiglia-Sanremo.

In una lettera congiunta inviata alla Commissione europea e alle autorità italiane chiedono di verificare se le competenti autorità italiane e francesi abbiano violato la normativa europea, valutando se sussistano gli estremi per l’apertura di una procedura d’infrazione, si legge nel comunicato stampa diramato ieri l’altro, e in particolare: «abbiamo osservato da parte della polizia francese l’introduzione di una pratica di identificazione come maggiorenni di persone che si dichiarano minorenni e che erano state precedentemente identificate come minorenni in Italia».

E’ noto che ai sensi del Regolamento di Dublino e della giurisprudenza della Corte di Giustizia europea, i minori stranieri non accompagnati che presentano domanda d’asilo in Francia, non possono essere rinviati in Italia. Le organizzazioni ricordano come il Tribunale di Nizza, con ordinanza del 22 gennaio 2018, ha riconosciuto per la prima volta le violazioni delle garanzie previste dalla normativa francese, ordinanza ribadita in seguito di fronte ad altri 20 ricorsi.

Gravi le mancanze anche dal lato italiano, legate in particolare all’estrema lunghezza dei tempi di esame delle domande di ricongiungimento famigliare, alla mancata informazione nei confronti dei minori e alle condizioni dei centri di accoglienza. «In molte città – affermano le organizzazioni – i minori non riescono a presentare domanda d’asilo e quindi avviare la richiesta di ricongiungimento se non dopo molti mesi dall’arrivo, in violazione delle norme italiane ed europee che stabiliscono l’obbligo della questura di formalizzare la domanda di protezione internazionale entro tre giorni dalla manifestazione di tale volontà da parte del richiedente, prorogabili di dieci giorni lavorativi in presenza di un elevato numero di domande».

Nel monitoraggio effettuato a Ventimiglia, «molti minori, anche dopo diversi mesi dal loro arrivo, non erano stati iscritti a scuola né a corsi di formazione, non era stato loro rilasciato un permesso di soggiorno né avevano potuto presentare domanda d’asilo, non avevano un tutore né altre figure adulte di riferimento che si prendessero cura di loro. Alcuni hanno lamentato addirittura il mancato soddisfacimento di bisogni primari, quali la disponibilità di cibo, vestiti e spazi adeguati, e l’inadeguata protezione da violenze e abusi».

In Italia, al 28 febbraio 2018, 4.307 minori stranieri non accompagnati risultavano irreperibili, essendosi allontanati dalle strutture di accoglienza in cui erano stati collocati, concludono le organizzazioni.

Sul progetto #OpenEurope qui il video a cura di Repubblica.it.

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