Mai più fascismi e razzismi
23 febbraio 2018
L’intervista alla presidente dell’Anpi nazionale, Carla Nespolo, in merito alla manifestazione di domani a Roma e all’appello condiviso da 23 organizzazioni
I tragici fatti di Macerata, contro inermi migranti, confermano che razzismo e fascismo sono temi drammaticamente attuali. Domani una grande manifestazione a Roma sarà l’occasione per lanciare l’appello «Mai più fascismi» e razzismi lanciato dall’Anpi nazionale e sostenuto da altre 22 organizzazioni.
«Esiste un’altra Italia, quella del volontariato, dell’associazionismo, della convivenza, della solidarietà, delle lotte democratiche; a questa Italia noi vogliamo dare voce», ha detto a Riforma.it e Articolo 21 la presidente nazionale dell’Anpi, Carla Nespolo.
«Domani – prosegue Nespolo – sarà una bella giornata e una bella manifestazione. Il corteo da piazza Repubblica raggiungerà piazza del Popolo. Ci uniremo insieme alle tante forze democratiche presenti nel nostro paese per affermare che la spirale di violenza neo-fascista dev’essere fermata, una spirale pericolosa che purtroppo si sta diffondendo. Oggi è necessaria una riflessione forte, corale e unitaria anche sul diffondersi di un altro fenomeno pericoloso, il razzismo. Una piaga, una preoccupazione, per tutti noi. Nei campi di concentramento e di transito in Italia come in altri paesi europei, Germania, Olanda alla Polonia, alla base delle brutalità commesse c’era il razzismo come sentimento comune che indirizzava le violenze. Un atteggiamento intimo, collettivo, e che spinge a considerare l’altro dal sé, il diverso per colore della pelle, per provenienza o per condizioni economiche, umane e sociali, come un essere inferiore; quindi un nemico da respingere in ogni modo, anche con la violenza».
L’appello «Mai più fascismi» lanciato dall’Anpi nazionale condiviso da 23 organizzazioni tra le quali formazioni politiche, associazioni come Articolo 21, l’Arci, Libera, da sindacati reti e movimenti chiede di fermare razzismo e violenze?
«Le organizzazioni e unioni che hanno condiviso l’appello, anche religiose, e tra le prime le associazioni partigiane, quelle dei deportati e dei perseguitati politici, hanno deciso di lanciare l’allarme su una pericolosa deriva democratica che sta attraversando il nostro paese e che vede l’insorgere di atteggiamenti razzisti, xenofobi e emergere nuovi fascismi».
Un’adesione è quella dell’Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei). È importante?
«Certamente. Abbiamo ricevuto l’adesione dell’Unione delle comunità ebraiche che riteniamo, anche simbolicamente, importante e significativa; insieme all’Ucei sono giunte altre adesioni, per noi estremamente importanti, quella della Rete degli studenti, ad esempio. Vorrei ricordare che domani saranno presenti anche i sindaci e i gonfaloni di tante città italiane, Regioni, Provincie; tra questi, molti sindaci hanno prodotto delibere importanti per vietare negli spazi pubblici la propaganda fascista. Il fascismo non “è un’opinione tra le altre” come disse Giacomo Matteotti, sacrificandosi per l’ideale della democrazia e della convivenza civile, il fascismo è un crimine».
C’è molta confusione sotto il cielo. La recente sentenza della Cassazione che «ha sdoganato» il saluto romano è in contrasto con la nostra Costituzione e le Leggi Scelba e Mancino, che condannano esplicitamente e vietano l’apologia del fascismo. Cosa servirebbe oggi, per contrastare i nuovi rigurgiti xenofobi portati avanti da alcune forze di destra, e non solo?
«Per sconfiggere il razzismo dovremmo sconfiggere un grande inganno che questa società, non solo in Italia, ma in tutta Europa ha prodotto. Un inganno indirizzato, in particolar modo, alle classi sociali più popolari e più povere. Si è fatto credere che le persone ancor più povere e più indigenti, siano i nuovi nemici da rifiutare e da respingere. Invece non è così, il vero nemico è, colui che sfrutta la vita umana e non la rispetta. Il primo strumento utile per contrastare fascismi e razzismi è la conoscenza. Andrebbe sollecitato un grande lavoro di educazione alla conoscenza, storica, sociale, civile e dei diritti nelle scuole. Un altro prezioso strumento di diffusione della conoscenza, se fatto con coscienza e onestà, è quello dell’informazione. Ogni giorno vediamo persone che, senza rendersene conto, manifestano atteggiamenti razzisti, antisemiti, xenofobi; penso al caso più eclatante quando alcuni giovani tifosi hanno dileggiato in un campo di calcio Anna Frank, senza sapere chi fosse, senza conoscerne la storia e il valore che il suo diario ha avuto per l’intera umanità. Uno Stato democratico, però, possiede altri strumenti preziosi, che potremmo definire anticorpi, dei regolamenti di civiltà. La nostra Carta Costituzionale, ad esempio, che non è a-fascista, e dunque indifferente al tema. La Costituzione italiana è anti-fascista. Basta leggere il discorso di un giovanissimo Aldo Moro in fase di Costituente o di Palmiro Togliatti o quelli di Umberto Terracini e Einaudi, per vedere con i propri occhi che allora fu fatta una scelta di fondo. La Costituzione è nata dalla Resistenza, da una pagina di storia in cui persone diverse, per opinioni ed esperienze, si sono messe insieme con un unico obiettivo: quello di conquistare la libertà».
Dunque gli strumenti legislativi sarebbero adeguati…
«Certo, gli strumenti ci sono, però spesso non sono applicati. Andrebbe applicata, ad esempio, la disposizione finale – la dodicesima della Costituzione – che “vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”, andrebbero altresì applicate le leggi Scelba e Mancino: strumenti contro il fascismo e il razzismo».
L’Anpi è una sentinella per la democrazia?
«L’Anpi, segnala dove può le anomalie e i fatti che non possono essere tollerati, come ad esempio la recente sentenza della Cassazione che riabilita il saluto romano; presenta ricorsi, come avvenuto con il Comune di Affile che intendeva creare un mausoleo per il gerarca Rodolfo Graziani, ottenendo una condanna per apologia del fascismo. Abbiamo segnalato anche la sentenza del Tar di Brescia che ha respinto un ricorso presentato da Casa Pound, che chiedeva di ottenere spazi pubblici al Comune».
Eppure oggi le organizzazioni come Casa Pound e Forza Nuova si presentano alle elezioni…
«Nel nostro manifesto, per il quale chiediamo la firma di tante italiane e italiani, chiediamo che queste organizzazioni siano sciolte, perché sono apologetiche e si muovono contro la nostra Costituzione e contro la democrazia. La riteniamo una cosa inaudita permettere che queste espressioni, che si richiamano esplicitamente al fascismo, possano presentarsi alle elezioni».
Per raggiungere il vostro obiettivo quante firme chiedete?
«La firme che intendiamo raccogliere devono essere tante, così almeno speriamo. Le raccoglieremo anche domani in Piazza del Popolo. La rete delle 23 associazioni sta lavorando da tempo in ogni luogo d’Italia con banchetti messi nelle fabbriche e davanti ai supermercati, attraverso uffici e sedi. Con queste firme vogliamo onorare la nostra Costituzione che quest’anno festeggia il suo settantesimo anno, dall’entrata in vigore. Poi, raccolte le firme, promuoveremo una grande manifestazione in una città italiana il prossimo 2 giugno, Festa della Repubblica, e lanceremo il nostro appello a chi governerà questo paese, affinché sia chiaro che: la voce popolare è quella antifascista; che la nostra voce è forte e unitaria. Non porteremo la richiesta a un singolo ministro o a un sottosegretario o al presidente del Consiglio, ci rivolgeremo a tutte le istituzioni democratiche dello Stato, indistintamente, per chiedere a gran voce che la tolleranza concessa a queste formazioni di stampo fascista si arresti immediatamente. Personalmente non ho paura del fascismo, però ho paura dell’indifferenza, della non conoscenza e della distrazione popolare. Ecco perché chiediamo al popolo italiano, che si richiama e che crede nei valori democratici, di far sentire la propria voce e di fare una netta scelta di campo, riferendosi ai valori della nostra Carta Costituzionale».