Lucky Ehi, un Cristo contemporaneo
24 gennaio 2018
Un’opera classica, un artista innovativo e un tema contemporaneo: gli ingredienti di un percorso museale a Milano
Fabio Viale è un artista originario di Cuneo che da anni vive e lavora a Torino. Le sue opere sono sculture che rivelano una grande capacità tecnica, al limite del virtuosismo, ricercando alcune forme classiche riprodotte in chiave più contemporanea attraverso l’uso di un materiale: il marmo. Sono famosi i suoi Pneumatici che sembrano di gomma, ma in realtà si tratta di marmo nero del Belgio, oppure le sue statue che parrebbero di polistirolo, ma in realtà sono di marmo bianco. Fabio Viale gioca tra realtà e finzione, tra peso e leggerezza della materia ottenendo effetti straordinari. Nel caso dell’opera esposta presso la Galleria Poggiali di Milano l’effetto non è soltanto garantito dalla capacità riproduttiva, ma soprattutto dall’immagine che risulta di grande impatto e di grande forza simbolica: la Madonna che accoglie tra le braccia un migrante. Ne parla con noi il gallerista Marco Poggiali.
Viale ha scelto di partire da un’icona della scultura classica per riproporla come opera contemporanea di rottura. Come descriverebbe l’opera?
«Fabio Viale è partito riproducendo La Pietà di Michelangelo in scala 1:1, privandola di un elemento determinante e fondamentale: il Cristo. C’è una lacerazione, un’assenza molto forte che è stata rimpiazzata da Lucky Ehi, un ragazzo nigeriano cristiano, che ha una storia di persecuzione politica e religiosa e a causa di questo è dovuto scappare per arrivare, poi, in Italia. Viale ha preso spunto da questa storia e dalla conoscenza profonda del ragazzo, per arrivare all’ unione tra la Pietà e questa storia drammatica contemporanea. Secondo me non si tratta di provocazione, ma di una presa di coscienza che la Pietà di Michelangelo possa rappresentare un riflessione sulla posizione di noi cristiani, oggi. Forse questa è la vera provocazione, non solo la drammaticità del tema dei migranti che stiamo vivendo oggi».
Cosa accompagna l’opera e come è stata accolta?
«C’è un audio diffuso in tutta la galleria con cui si ascolta la voce di Lucky Ehi che narra le sue peripezie, dall’attentato che alcuni suoi amici hanno subito e da cui lui è riuscito a scappare al racconto del viaggio attraverso la Libia per poi arrivare in Italia. Una vicenda drammatica che incontra l’arte attraverso la scultura di Fabio Viale.
Si tratta di un’opera che è stata pubblicizzata e messa in risalto da tanti quotidiani, quindi giustamente, e fortunatamente, ha incontrato anche un pubblico che non conosce la realtà dell’arte contemporanea fino in fondo. Ci sono stati commenti entusiasti e altri un po’ meno, ma questo è normale. È la bellezza dell’arte contemporanea in genere e in particolare di un progetto così forte come quello che l’artista ha deciso di portare in galleria».
La mostra in fondo ci porta un messaggio positivo: Lucky Ehi è vivo e ci parla della sua storia
«Il messaggio è positivo anche perché speriamo che Lucky, grazie anche a questo progetto, potrà avere una posizione ufficiale nel nostro paese. È arrivato come rifugiato, è un ragazzo che ha dei sogni e delle aspirazioni e speriamo possa avere il via libera per realizzarli».