Se agisci bene, non rialzerai il volto? Ma se agisci male, il peccato sta spiandoti alla porta, e i suoi desideri sono rivolti contro di te; ma tu dominalo!
Genesi 4, 7
Liberati dal peccato, siete diventati servi della giustizia
Romani 6, 18
Quante parole per esaltare, spiegare, cantare la libertà. Uno slogan, un termine-chiave, una parola dal fascino immutato attraverso i secoli. Un’idea dai molti significati, una forza che assume un’espressione diversa a seconda di quale servitù si sta soffrendo. Cosa vuol dire per te essere libero? Se lotti con la povertà di mezzi di sussistenza, con la precarietà dell’impiego, con lo sfruttamento del tuo lavoro, libertà significa uscita dal vincolo di preoccupazioni economiche e professionali; se vivi in un Paese dove le libertà civili non sono riconosciute la parola “libertà” assumerà un colore di lotta, di clandestinità, un suono di sospiro e di desiderio.
C’è però un significato di libertà che coglie la sua stessa essenza, che riesce a superare tutte le strettoie e le contraddizioni in cui spesso si perde il ragionamento intorno alla libertà. Non è libertà da, libertà di, libertà per, come ci hanno insegnato: il cuore della libertà è essere afferrati dalla giustizia. Essenza della libertà è essere presi. L’apostolo Paolo scrivendo ai Romani dice e ridice il centro dell’evangelo nello spiegare che la liberazione radicale, ultima e definitiva di ogni essere umano è la libertà dal male, dal peccato, da tutto ciò che ci separa da Dio e dagli altri, fin anche da noi stessi. Essere liberati significa allora essere giustificati, e al posto della catena corta, dolorosa e mortale del peccato, essere cinti della veste del servo della giustizia. Appartenere alla giustizia di Dio significa vivere la vita piena promessa: in questo si compie il paradosso della libertà. Non è una realtà vaga, multiforme, è la sola ed unica verità dell’essere posti sotto il sigillo di una appartenenza nuova: appartenere a Cristo significa libertà, essere strappati alla schiavitù ed essere presi dalla mano di Cristo significa essere finalmente vivi davvero. Essere discepoli di Cristo significa credere che libertà implichi un essere sciolto ed un essere legato: solo il legame con Cristo, nostra giustizia, ci fa liberi, e non si dà autentica e definitiva libertà se all’essere sciolto non corrisponde questo essere legato, in un vincolo di salvezza che non verrà mai meno.