Luterani, un progetto pilota per i migranti in balìa del Regolamento di Dublino
13 novembre 2017
La Chiesa Evangelica Luterana in Italia sostiene e finanzia un progetto pilota della Federazione delle chiese evangeliche in Italia per accogliere e assistere i migranti titolari di protezione o richiedenti asilo rinviati in Italia
Una collaborazione tra Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) e Chiesa evangelica luterana in Italia (Celi) ha consentito l’avvio di un progetto pilota per offrire assistenza ad alcuni “Dublinati”, migranti rimandati nel nostro Paese in base al Regolamento di Dublino e in attesa di essere eventualmente riaccolti all’interno del Sistema nazionale di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar).
«La Fcei ha sempre ricevuto segnalazioni di casi Dublino da parte di chiese sorelle all’estero e ha sempre preso in carico queste richieste seguendo i migranti in rientro in Italia da un punto di vista socio-legale – ha dichiarato Federica Brizi, operatrice di Mediterranean Hope – Programma Rifugiati e Migranti della Fcei –. La collaborazione con la Chiesa luterana nasce dalla chiara percezione che i Dublinati rientrano tra le categorie meno tutelate e assistite al momento in Europa e dalla netta volontà di sostenere questi rifugiati con un programma strutturato basato sì sull’accoglienza, ma anche sull’integrazione e sull’ottenimento dell’autonomia, approccio che come Federazione adottiamo da sempre sul tema migrazioni».
«Ritenendo che fosse un dovere morale intervenire, la Celi ha stanziato dei fondi dell’otto per mille e ha offerto il supporto e la collaborazione fattiva della Responsabile della Diaconia della Chiesa luterana, Daniela Barbuscia» si legge in una nota diramata dalla Celi. Il progetto prevede un servizio di accoglienza, vitto, alloggio e supporto legale nei casi di vulnerabilità e per il reinserimento nel sistema di accoglienza italiano. Il progetto terminerà a ottobre 2018.
Il Regolamento di Dublino impone che sia il paese di primo ingresso a farsi carico della richiesta di una persona giunta sul territorio europeo. A ottobre, la Commissione Libertà civili, giustizia e affari interni (Libe) del Parlamento europeo ha approvato una proposta di riforma delle norme che vincolano il richiedente asilo alla permanenza nel primo Stato di ingresso, proposta che sarà esaminata dal Consiglio d’Europa nel 2018.