Un thriller che si fonda sulla grande Storia
24 ottobre 2017
L'ambientazione dei conflitti religiosi nell'ultimo romanzo di Ken Follett
Il ritmo serrato della narrazione, la suspence, i colpi di scena che tengono i lettori con il fiato sospeso sono le caratteristiche inconfondibili dello stile di Ken Follett, che ritroviamo ampiamente nella sua ultima opera La colonna di fuoco, il seguito de I pilastri della terra e Mondo senza fine. Il romanzo si svolge nell’Europa dilaniata dai conflitti religiosi – tra il 1558 e il 1620 –, uno dei periodi più sanguinosi e turbolenti della storia del vecchio continente, quando la lotta per l’ascesa al trono inglese non aveva solamente implicazioni politiche ma anche forti connotazioni religiose.
In questo nuovo romanzo Follett riesce nel mirabile intento di raccontare la grande Storia europea attraverso un intrigo che si snoda su un territorio molto ampio – dall’Inghilterra, ovviamente, alla Scozia, dalla Francia ai Paesi Bassi e alla Spagna – con il coinvolgimento e l’azione di decine di personaggi i cui caratteri, spesso cupi e misteriosi, sono elaborati fin nei minimi dettagli. I personaggi storicamente esistiti abbondano: gli appartenenti alle grandi dinastie regnanti dell’epoca, i Tudor, i Guisa e gli Stuart tra gli altri, ma anche Gilbert Glifford, William Cecil e il celebre Guy Fawkes.
Al di là degli espedienti narrativi, per quanto notevoli, Follett ha soprattutto il merito di essere riuscito a raccogliere in un solo romanzo gli eventi di un periodo storico quanto mai controverso e mutevole, trattando di caccia agli eretici, dispute su Calvino e sul rogo di Serveto, torture e commercio di libri proibiti. Un periodo in cui le alleanze tra le grandi casate erano in grado di condizionare l’esistenza del popolo, decidendo chi dovesse vivere e chi morire, un mondo in cui pochi decidevano per tutti. Forse un monito?
* K. Follett, La colonna di fuoco. Milano, Mondadori, 2017, pp. 907, euro