I cieli sono i cieli del Signore, ma la terra l’ha data agli uomini
Salmo 115, 16
A chi molto è stato dato, molto sarà richiesto
Luca 12, 48
Come nella parabola dei talenti in Matteo 25, qui si parla di «servi» che vivono nella casa del loro padrone. Il racconto dunque ci riguarda. Noi siamo figli di Dio, ma siamo anche servi del Signore Gesù, servi da lui comprati a caro prezzo, un prezzo di sangue.
A noi, suoi servi, Gesù ha affidato dei compiti. Secondo I Corinzi 12, 5 vi sono diversi servizi, distribuiti dal Signore: a lui deve rispondere chi li esercita, dentro e fuori della chiesa.
Nella predicazione noi insistiamo sulla salvezza per grazia e facciamo bene, perché questo è il messaggio fondamentale dell’evangelo: la salvezza non si conquista, non si merita, è un dono di Dio. Ma, accanto all’annuncio della buona notizia della grazia di Dio, ci è richiesto un impegno attivo: lottare contro le ingiustizie che colpiscono milioni di persone, costruire la pace, fermare coloro che affamano, torturano, riducono in miseria, uccidono, accogliere chi fugge da fame, guerra, persecuzione, dare dignità ad ogni uomo e donna e ad ogni creatura di Dio, difendere la creazione distrutta da avidità, sopraffazione, sfruttamento.
Comunque vogliamo immaginarci il ritorno di Cristo, oggi non è più di moda parlarne. Condividiamo il pensiero del protagonista del racconto «Il mio padrone tarda a venire», e come lui dimentichiamo doveri ed impegni. E i talenti che ognuno di noi ha ricevuto dal Signore e che dovremmo mettere a frutto, li nascondiamo.
Adottati come figli e figlie di Dio, siamo oggetto del suo amore, abitiamo nella sua casa e vi abiteremo per sempre – come dice il Salmo 23 – e ci permettiamo di vivere pigramente, curandoci solo dei nostri interessi immediati.
Molto ci è stato dato, molto ci è richiesto! Chi non conosce il Signore, chi non ha compreso l’Evangelo, chi non sa, ha poche colpe e il Signore terrà conto della sua situazione. Ma «quel servo che ha conosciuto la volontà del suo padrone e non ha preparato né fatto nulla per compiere la sua volontà riceverà molte percosse» (Luca 12, 47).