Bandiougou Diawara ha 19 anni, ha lasciato il Mali nel 2014 a causa dell’instabilità politica ed economica del suo paese, ed è arrivato in Italia nel 2015.
Dalla Libia attraversa il Mediterraneo su un gommone e riesce ad arrivare salvo sulle coste siciliane. Dopo essere stato per alcune settimane presso il Centro di prima accoglienza di Pozzallo, dove vive tutte le difficoltà di una struttura piena di carenze, ha la fortuna di essere inviato alla Casa delle culture di Scicli, dove rimane per circa due mesi da ottobre a dicembre 2015.
È allora che viene accolto a Casa dei Mirti, comunità che opera presso il Centro diaconale «La noce» di Palermo, che dal 2011 ospita minori stranieri non accompagnati.
È presso quest’ultima struttura che ha inizio anche per Bandiougou il suo «progetto di vita», che mira all’inserimento sociale, a cominciare dall’apprendimento della lingua italiana.
«A Casa delle Culture e al centro diaconale “La Noce”, finalmente – ci racconta Bandiougou – ho ricevuto accoglienza, proprio come in una vera famiglia. Ho incontrato operatori sempre disponibili, che dedicano tempo e cura a giovani come me che hanno lasciato il proprio paese con sogni e aspettative».
Bandiougou comincia a frequentare a Palermo il Centro provinciale per l’istruzione degli adulti (Cpia) presso la scuola media statale del quartiere Noce, dove consegue la seconda media.
Poi frequenta il liceo scientifico Einstein di Palermo dove proprio in questi giorni ha con successo sostenuto gli esami per l’idoneità alla frequenza del terzo anno. Il suo desiderio è diventare un ingegnere.
Accanto alla passione per lo studio, Bandiougou ne ha un’altra: la recitazione.
Mentre frequenta la Scuola di lingua italiana per stranieri (ItaStra) presso l’Università degli studi di Palermo, partecipa attivamente ad un laboratorio di narrazione dell’evento «Odisseo arriving alone», dove viene messa in scena l’Odissea nel quale è l’attore protagonista.
È presente a varie attività culturali e sociali organizzate a livello cittadino e riceve la proposta di partecipare al progetto «Amunì», espressione che in siciliano esorta al movimento, al dinamismo e che in italiano si direbbe «Su, andiamo!». Il progetto, che ha vinto il bando MigrArti 2017, promosso dal Ministero dei Beni e delle attività culturali, è stato ideato dall’associazione Babelcrew e dal regista Giuseppe Provinzano.
Tale iniziativa ha avuto come obiettivo quello di formare una Compagnia dei migranti coinvolgendo attori, performer o aspiranti tali che hanno vissuto almeno una volta nella vita la condizione di migrante.
Il primo risultato del progetto è stato lo spettacolo «Il rispetto di una puttana», scritto e diretto da Giuseppe Provinzano e liberamente ispirato a La putain respectueuse di Jean-Paul Sartre, che è andato in scena a fine luglio al Teatro Montevergini di Palermo.
Dieci giovani, provenienti dal Mali, dalla Nigeria, dal Marocco, dalla Tunisia, dall’Iraq e dall’Italia, professionisti e non, sono stati gli interpreti di questo dramma che parla di razzismo, di prepotenza, ma anche della solidarietà e del coraggio che sfidano i pregiudizi.
Bandiougou ha interpretato il protagonista maschile, Dodou. «Il personaggio principale è molto simile a me. Un ragazzo proveniente da una cultura lontana, dal carattere pacato, che al momento opportuno sa far valere le sue idee e non accetta l’ingiustizia che è frutto del pregiudizio». Alla domanda su cosa abbia rappresentato per lui quest’esperienza, Bandiougou non ha dubbi: «Recitare è un’esperienza incredibile. Vivo l’emozione di vestire i panni di altre persone, avendo l’opportunità di esprimere idee che io stesso condivido. Inoltre, ciò che mi appassiona tanto quando recito è poter emozionare il pubblico». Bandiougou continuerà a recitare, anche se tra i suoi progetti futuri c’è prima di tutto lo studio: «Voglio continuare a studiare per poter un giorno tornare in Mali e contribuire a costruire lì un futuro migliore per la gente del mio paese».