Perché comunicare, che cosa e soprattutto come: quali sono gli strumenti e i loro diversi linguaggi? Come vincere la paura della pagina bianca, e infine (o forse, piuttosto, innanzitutto): esiste una scrittura di genere? Questo è il nucleo del seminario «Donne in comunicazione», organizzato dalla Federazione donne evangeliche in Italia (Fdei) dal 29 settembre al 1 ottobre al Centro evangelico battista di Rocca di Papa.
Un laboratorio che affronterà le sfide dello scrivere non soltanto dal punto di vista teorico ma soprattutto operativo, con prove di scrittura (e riscrittura), discussione e lettura critica, guidate da cinque professioniste coinvolte nei diversi media protestanti italiani (Riforma, Confronti, Notiziario Fdei, Nev, Notizie Avventiste, Confronti, Radio Beckwith evangelica, Radio Voce della Speranza): Marta D’Auria, Lina Ferrara, Elena Ribet, Federica Tourn, Gianna Urizio.
«La motivazione di questo laboratorio», spiega Urizio, «nasce dalla pratica: come Fdei abbiamo un Notiziario e diverse altre pubblicazioni, abbiamo notato che spesso le donne hanno paura di mettersi davanti al foglio bianco o al computer, oppure riproducono modelli scolastici, il classico “compitino”. La scrittura per i media ha però le sue regole, tecniche, modalità e un linguaggio diversi, quindi abbiamo pensato di lavorare insieme, offrire le nostre competenze e fornire degli strumenti per incrementare il numero di donne che non si mettono con ansia di fronte alla scrittura».
Le destinatarie sono quindi «le donne evangeliche delle nostre chiese, ma anche le sorelle cattoliche interessate, tutte coloro che si trovano a dover scrivere il report di un evento, l’articolo su un’iniziativa e si trovano in difficoltà. Dando dei criteri e dei metodi di lavoro cerchiamo di aiutarle».
Nelle tre mezze giornate, dopo l’inquadramento metodologico si lavorerà a coppie: «Non proponiamo teorie, l’ipotesi è di mettersi davanti al computer e scrivere, e alla fine discutere tutte insieme sui testi prodotti, nell’ipotesi che non c’è un solo modo di scrivere, ma tanti modi e stili: non soltanto rispetto ai vari media, ma anche ai diversi modi di raccontare una stessa cosa, ricordando la lezione degli Esercizi di stile di Raymond Queneau. Scrittura come libertà, possiamo dire!».
Un approccio pratico e democratico, che mette su un piano di confronto («in comunicazione», come suggerisce il titolo del seminario) “docenti” e “discenti”, un richiamo alla libertà significativo nel cinquecentenario della Riforma protestante: «Certo, riteniamo che ognuna impari dalle altre, l’importante è tirare fuori le competenze che spesso le donne stesse non si riconoscono, vincere la paura. Anche nel passato la libertà della Grazia ha dato alle donne il coraggio per scrivere preghiere, salmi, inni. La scrittura come modo di stare al mondo: libertà di stare al mondo anche con la scrittura. Abbiamo delle cose da dire, dobbiamo essere capaci di trasmetterlo!».
Ma esiste una scrittura di genere? «Le donne forse hanno modalità diverse di comunicare: scopriamolo! A volte dico che se prendo un libro in mano, senza vedere l’autore, già dalla prima pagina posso dire se è un uomo o una donna. C’è qualcosa, forse l’uso dell’aggettivazione, la reticenza a volte, la disposizione all’ascolto, che riporta a una modalità femminile di comunicare, forse è questo che le donne potrebbero portare anche nelle nostre pubblicazioni, una maggiore diversità e pluralità».
Le iscrizioni sono aperte fino al 20 settembre, ma i posti sono limitati a 30: sono state stabilite delle quote per ciascuna denominazione (valdesi, metodiste, battiste, avventiste, luterane, esercito della salvezza), quindi si creeranno liste d’attesa nel caso le domande superino i posti disponibili. Il costo del seminario è di 70 euro, sono previste borse viaggio. Per informazioni e iscrizioni: [email protected], cell. 349-7847705.