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Abbiamo parlato spesso della situazione di stallo che i migranti vivono a Ventimiglia, sul confine con la Francia, a causa del blocco che la politica d’oltralpe attua nell’impedire l’accesso ai profughi provenienti dall’Italia. Nonostante i respingimenti, le deportazioni nel sud Italia e le difficoltà quotidiane, i migranti continuano a tentare di attraversare la frontiera e proseguire il proprio cammino. Dal settembre del 2016 sono più di dieci le persone morte nel tentare di raggiungere la Francia, nonostante il presidente Emmanuel Macron abbia detto che la collaborazione nella gestione migratoria tra i due paesi in quel luogo sia esemplare.

All’inizio di luglio, la Caritas Intemelia ha deciso di non dare più il pranzo, ma solo la colazione, ai profughi presenti in città, non solo per una difficoltà effettiva nella gestione dei numeri ma anche perché «il parco Roya, centro di accoglienza della Prefettura gestito dalla Croce Rossa, aveva finalmente riaperto a tutte le persone in stato di necessità senza un tetto massimo che prima era di 300 posti» spiega Maurizio Marmo, presidente della Caritas locale.

Da febbraio, infatti, il centro di accoglienza non permetteva più di gestire il numero effettivo di migranti presenti in città a causa di alcuni lavori di ristrutturazione: in questi cinque mesi le persone sono state accolte dalla parrocchia di Sant’Antonio e spesso hanno vissuto all’addiaccio. «Quando abbiamo deciso di interrompere la distribuzione dei pranzi eravamo arrivati a passaggi di 600 persone al giorno, era molto complesso da sostenere» continua Marmo.

E oggi, come si presenta la situazione?

«Oggi continuiamo il servizio della colazione e in questi giorni i passaggi sono intorno alle 400 persone. Il parco Roya accoglie circa 500 persone e da un mese dà spazio finalmente ai minori, che prima non avevano luoghi, a parte la chiesa di Sant’Antonio. La situazione rimane impegnativa, per via anche del prevedibile maggiore afflusso di persone durante l’estate».

La Francia continua a tenere alto il suo muro: cosa comporta per il vostro lavoro e per le persone migranti?

«Questa difficoltà che hanno le persone a oltrepassare la frontiera porta a un aumento delle presenze in città, cosa che rende difficoltosa l’accoglienza e rischia di rendere pesante il fenomeno per i residenti. Per i migranti è una frustrazione subire questi respingimenti: si pensi ai viaggi forzati fino a Taranto. Eppure i tentativi continuano e c’è chi prova più volte ad andare oltre il confine. Queste persone corrono maggiori rischi, ci sono state più di 10 morti e il fenomeno dei passeur a pagamento esiste, per chi se lo può permettere. La frontiera porta anche a tutte queste conseguenze negative. Non so quanto sia efficace questo blocco, abbiamo stimato intorno alle 25 mila persone transitate da qui, e poche di queste si sono scoraggiate. Le situazioni più preoccupanti sono quelle relative ai minori non accompagnati, che sono i più vulnerabili ma che sono anch’essi impegnati a cercare di attraversare il confine per raggiungere altri paesi in tempi rapidi».

Immagine: via Caritas Intemelia Organizzazione di Volontariato di Ventimiglia

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