Egli [Dio] parlerà di pace alle nazioni
Zaccaria 9, 10
Pietro disse: «In qualunque nazione chi lo teme e opera giustamente gli è gradito. Questa è la parola ch’egli ha diretta ai figli d’Israele, portando il lieto messaggio di pace per mezzo di Gesù Cristo. Egli è il Signore di tutti»
Atti degli apostoli 10, 35-36
Pace: dopo anni drammatici si va verso un periodo di pace in Siria? Finalmente anche sulla Corea del Nord cominciano a soffiare venti di pace? Queste sono notizie che circolano e che potrebbero realmente concretizzarsi in questi giorni. Da una parte non possono che far tirare quantomeno un sospiro di sollievo, ne abbiamo bisogno; dall’altra parte ci invitano a riflettere: che cosa intendiamo con «pace»? Ci sembra normale chiamare pace la semplice assenza di guerra, il periodo fra una guerra e l’altra o, peggio ancora, una qualche forma di tregua imposta con la guerra: a questo molte volte si è ridotto il nostro vocabolario e non sempre ci rendiamo conto di quanto abbiamo perso.
Il profeta Zaccaria afferma che Dio prende su di sé il compito di annunciare la pace: questa parola assume il suo pieno significato di pienezza, di futuro, di speranza, di condivisione quando è Dio a pronunciarla. È Dio a sapere realmente che cosa sia la pace e questa pace vuole offrirla come un dono all’intero genere umano. Vi sono parole speciali per popoli in particolare nell’Antico Testamento, in particolare per il popolo d’Israele: la pace no, non può mai essere un dono per qualcuno contro qualcun altro, ma è semplicemente annunciata, promessa alle nazioni, all’intero genere umano nato per volontà divina. La pace, nel progetto di Dio, ha senso solo quando è condivisa dal mondo intero.
«Beati quelli che si adoperano per la pace» dirà Gesù (Matteo 5, 9). Non coloro che impongono la pace, non coloro che sanno fare la pace (ben oltre le possibilità umane), ma coloro che riconoscono di essere coinvolti nell’annuncio concreto della pace di Dio.