Ricordati dei giorni antichi, considera gli anni delle età passate, interroga tuo padre ed egli te lo farà conoscere, i tuoi vecchi ed essi te lo diranno
Deuteronomio 32, 7
Allora Gesù chiamò i bambini a sé e disse: «Lasciate che i bambini vengano a me, e non glielo vietate, perché il regno di Dio è per chi assomiglia a loro»
Luca 18, 16
Mosè è sbalordito di fronte ai rappresentanti di una generazione che vuole seguire la propria strada e che non vogliono più considerarsi figli di Dio. Mosè cerca un rimedio e intima ai giovani di imparare dai loro padri e nonni, madri e nonne.
Anche noi conosciamo il fenomeno che i «Piccoli atei crescono» (F. Garelli) intorno a noi. C’è un insieme di tanti diversi motivi per cui i nostri giovani non si sentono più attratti dalla fede dei loro avi. Non possiamo più sperare che questo problema possa essere risolto ricordando loro le espressioni tradizionali della fede, come faceva Mosè una volta. Forse il nostro compito sta nell’incoraggiare i nostri giovani a cercare la propria espressione di fede, riflettendo criticamente sulle nostre tradizioni, e nel renderli capaci di impegnarsi nel dialogo con tutte le scienze, affinché arrivino a una propria fede adulta. L’analista transazionale Thomas Harris ci ricorda che la fede «non è un salto cieco nel nulla ma un meditato procedere nella luce che è in noi. Questa luce è, in parte, la consapevolezza che il mondo che “Dio amò tanto” è considerevolmente più ampio della nozione che noi abbiamo di esso. Se non altro, questa consapevolezza dovrebbe renderci modesti e indurci ad abbandonare ogni pretesa di verità esclusiva» (Harris, T., Io sono ok – tu sei ok, Milano 2013, BestBUR, p. 315). Permettiamo ai nostri giovani che mettano in discussione la teologia, etica e spiritualità dei nostri avi, ma anche quelle nostre! Rinunciamo anche noi alla pretesa di verità esclusiva! Cerchiamo il dialogo con chi si svincola da forme di etica e teologia che erano molto care per noi! Forse, in questo dialogo con i giovani saremo arricchiti anche noi e assaporeremo la grandezza di Dio, che è sempre più ampia della nostra conoscenza.