Quando mangerai e sarai sazio, guàrdati dal dimenticare il Signore
Deuteronomio 6, 11-12
Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate qualche altra cosa, fate tutto alla gloria di Dio
I Corinzi 10, 31
Avere da mangiare, essere sazi, ma anche avere una casa dove abitare, un terreno, una rendita, un lavoro, sono tutti doni del Signore. Da questa consapevolezza nasce la preghiera di ringraziamento, interiore, o talora ad alta voce, da quella prima dei pasti a quella per tutto il resto.
E per il credente dovrebbe essere ovvio, ma non è tutto. Questo passo del Deuteronomio, contenuto nel discorso che Mosè fa al popolo, mette in guardia contro un pericolo che si rischia di correre. E il rischio è questo: quando avrai raggiunto una buona posizione nella vita, quando non solo avrai da mangiare, ma addirittura sarai sazio e avrai una casa, uno stipendio e una vita rispettabile, stai attento a non dimenticarti di Dio. Perché quando si vive nella precarietà si aspetta tutto da Dio e si è più pronti a riconoscere la sua provvidenza, ma quando si raggiunge una solidità economica agiata, si pensa di aver raggiunto l’obiettivo con le sole proprie forze, si ritiene di essere autosufficienti e quindi di non aver più bisogno di Dio. Ci si dimentica dei suoi comandamenti e quindi degli altri che non hanno da mangiare, non sono sazi, né hanno di che vivere… Stai in guardia, stai attento, avverte Mosè: quando ti sembra di essere al sicuro e in alto, sei in realtà sull’orlo del precipizio. Se allora ti dimentichi del Signore che ti sostiene con la sua mano, rischi di sprofondare da un momento all’altro, con una caduta fatale nell’egoismo e nell’arroganza, forieri di abissi ancora più oscuri.